Avvio del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) su tutto il territorio nazionale

Facendo seguito alla legge 208/2015 con la quale il Governo istituì il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 26 maggio 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 luglio 2016, estende il Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA) a tutto il territorio nazionale. 

A partire dal 2 settembre è quindi possibile per tutte le famiglie con una soglia ISEE al di sotto dei 3.000 euro nelle quali sia presente almeno un figlio minorenne o disabile o una donna in stato di gravidanza accertata accedere a un sussidio economico di entità compresa tra gli 80 e i 400 euro, a seconda dell’ampiezza del nucleo familiare. 

Per accedere al SIA è però necessaria una valutazione multidimensionale del bisogno dei membri del nucleo familiare e la costruzione di un patto con i servizi socio-assistenziali. Tale patto implica, per i servizi, una presa in carico della famiglia nell’ottica del miglioramento del suo benessere e della creazione dei presupposti per l’uscita dalla condizione di povertà e prevede, per i beneficiari, l’adesione al patto con il conseguente obbligo di adottare comportamenti virtuosi e collaborativi con i servizi. 

Il decreto prevede infatti che i Comuni (anche coordinati a livello di Ambito territoriale) pianifichino, per ciascun nucleo familiare beneficiario del sussidio, un progetto personalizzato per il superamento della condizione di povertà, ai fini di un reinserimento lavorativo e della piena inclusione sociale dei membri del nucleo. I servizi sociali dei Comuni dovranno attivare un sistema integrato di interventi e servizi con le caratteristiche di: segretariato sociale per l’accesso; servizio sociale per la valutazione multidimensionale dei bisogni e la presa in carico; equipe multidisciplinari; accordi di collaborazione in rete non solo con le amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, tutela della salute, istruzione e formazione, ma anche con i soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit. 

Per assicurare una presa in carico integrata e multidimensionale delle persone in condizione di bisogno, gli Ambiti territoriali potranno inoltre accedere alle risorse del Programma Operativo Nazionale dedicato all’inclusione sociale (PON Inclusione) che supporterà il potenziamento della rete dei servizi sociali e la loro collaborazione con i servizi per l’impiego e con gli altri attori territoriali. Le risorse, che ammontano complessivamente a circa 500 milioni di euro, verranno assegnate attraverso Avviso pubblico  definito dall’Autorità di Gestione del PON Inclusione. Per ricevere i finanziamenti, gli Ambiti territoriali dovranno presentare, entro il 30 dicembre 2016, delle proposte progettuali di interventi, da realizzare su base triennale, destinate al miglioramento del sistema di servizi sociali per una corretta gestione del SIA (es. acquisizione di nuovo personale, di dotazione strumentale e informativa, potenziamento della rete con gli attori territoriali per le prese in carico, ecc.). In altre parole, per il finanziamento, gli Ambiti dovranno proporre progetti finalizzati a rafforzare la propria capacità di operare in rete con altri soggetti pubblici, privati e del terzo settore, sul fronte organizzativo, per attivare misure rivolte ai componenti dei nuclei familiari beneficiari del sostegno economico. La definizione degli interventi esplicitati nelle proposte progettuali dovrà partire da un’analisi del contesto di riferimento in modo da fotografare lo stato del sistema di offerta dei servizi sociali e dovrà indicare chiaramente i miglioramenti necessari per l’attuazione delle misure suggerite.

Una proposta di Synergia su questo tema



Video-tutorial del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali