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L'applicazione di scale nella valutazione della qualità negli asili nido

di Rebecca Zanuso
 Mutamento Sociale n.20 - Settembre2008

La letteratura scientifica e le esperienze nazionali ed internazionali presentano una serie di strumenti di valutazione e di autovalutazione della qualità negli asili nido ormai consolidati. Come ben chiarito nel testo curato da Bondioli e Ferrari (2004), la valutazione di un servizio educativo per l’infanzia effettuata con questo tipo di scale cerca di considerare tutti gli aspetti dell’intervento educativo che concorrono a determinare le caratteristiche strutturali e funzionali di un servizio, da quelli quantitativi (per esempio le dotazioni strutturali) a quelli qualitativi (quali le caratteristiche del progetto educativo individualizzato).
Tali strumenti, di cui vengono presentati di seguito due tra i principali esempi, devono essere analizzati e condivisi prima della loro applicazione e va attentamente considerata l’opportunità di un loro utilizzo: non è necessario che vengano utilizzati in tutte le loro parti, ma è importante che sia posta attenzione all’ordine e al momento della loro applicazione, al fine di usarli effettivamente per scopi di sviluppo del servizio. L’applicazione di questo tipo di scale serve infatti non solo per sistematizzare i dati relativi al servizio indagato, ma soprattutto per offrire agli operatori gli strumenti per valutare il proprio operato e favorire la nascita di un processo di analisi e di revisione degli elementi che intervengono nell’educazione infantile. E’ importante che gli operatori siano coinvolti nella scelta, nell’adattamento e nell’applicazione di questi strumenti affinché gli stessi non risultino una imposizione esterna ed estranea alla realtà del lavoro educativo, bensì un mezzo in più per riflettere sul proprio lavoro e migliorarsi, mettendosi nelle condizioni di oggettivare almeno in parte la qualità erogata.

SVANI 
La Scala per la Valutazione dell’Asilo Nido è la traduzione italiana di uno strumento americano di Thelma Harms, Debby Cryen e Richard Clifford, che mira ad una definizione di qualità educativa e sociale dei servizi per i più piccoli. La Svani è stata pensata soprattutto per le tre sezioni dell’asilo nido (lattanti, semidivezzi, divezzi) e consta di 37 item divisi in 7 aree di interesse (arredi e materiali a disposizione dei bambini, cure di routine, ascoltare e parlare, attività di apprendimento, interazione, organizzazione delle attività, bisogni degli adulti). Può essere utilizzata dagli operatori per una auto-valutazione, dai coordinatori e da tutti coloro che hanno funzioni di supervisione come misura della qualità del servizio per programmare eventuali aggiornamenti, o da valutatori esterni per un controllo periodico.

ASEI 
Il questionario di Autovalutazione dei Servizi Educativi per l’Infanzia è nato dall’adattamento del QUAFE spagnolo a metà anni ’80. Questo strumento consta di due sezioni differenti. La prima analizza il funzionamento del servizio ed è composta da 23 item raggruppati nelle macro aree “il progetto educativo” e “l’organizzazione e la gestione dell’asilo nido”. La seconda è composta da sei matrici utili per raccogliere dati quantitativi relativi al servizio, che consentono di analizzare gli aspetti di: titolarità e caratteristiche fisiche dell’edificio; dotazione; materiali; bambini; personale; orario, calendario e servizi. L’ASEI prevede inoltre la somministrazione di un questionario di soddisfazione per le famiglie degli utenti del servizio indagato.

Gli strumenti presi in considerazione possono rappresentare un supporto diagnostico per la realizzazione della valutazione formativa interna e sono particolarmente adatti a sostenere la riflessione del gruppo di educatori. Tentano, insomma, di oggettivare l’insieme delle soggettività degli educatori. Mirano a:
• esplicitare gli aspetti considerati fondamentali per realizzare una educazione di qualità;
• analizzare il funzionamento del servizio, identificando i suoi punti deboli e quelli di forza;
• facilitare l’introduzione di miglioramenti;
• sensibilizzare le risorse umane alla cultura della qualità.
I risultati dell’analisi svolta tramite queste scale si convertono in indicatori che rappresentano una traduzione numerica del livello di qualità del servizio, suddiviso per singoli aspetti e riaggregato per macro aree. Gli indicatori, che non sono dei meri descrittori, hanno un valore orientativo, sollecitano e raccomandano azioni migliorative. Tuttavia devono comunque riferirsi a obiettivi raggiungibili: per questo devono risultare pertinenti al contesto che viene valutato ed è quindi fondamentale che il sistema di indicatori contestuali sia definito in forma partecipata insieme agli operatori del servizio.

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