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Mutamento Sociale n.18 - Gennaio 2008
Propongo per parole chiave di condensare il significato della partecipazione ad un progetto transnazionale (e gli importanti aspetti che a questa sono correlati) così come strutturatosi nella nostra esperienza pluriennale*.
La lingua
Agire in un contesto progettuale transnazionale significa, in primo luogo, superare gli ostacoli comunicativi e le differenze di ordine concettuale che caratterizzano i singoli partner per procedere alla definizione di un linguaggio condiviso. E’ solo da questo sforzo collettivo che origina un linguaggio comune, che non è mai una naturale condizione di partenza. In questa prospettiva sono le riunioni di coordinamento e di approfondimento tematico transnazionali a rivestire un ruolo di centrale importanza: dalle formule della loro organizzazione e dalle modalità di gestione e conduzione, dipende infatti la possibilità che si sviluppi davvero un confronto diretto e dialettico, si misurino in situazione quelle distanze che devono essere superate e l’insieme dei dati di convergenza che debbono essere consolidati e valorizzati.
Interazione
E’ indispensabile puntare fin dai primi passi del progetto al rafforzamento dei rapporti fra i partner coinvolti per giungere al riconoscimento ed alla valorizzazione reciproca delle diverse professionalità scientifiche e dei profili esperienziali messi in campo.I contributi delle singole professionalità, selezionate in coerenza con gli obiettivi progettuali proposti, si integrano in un percorso per nulla scontato, ma che si definisce processualmente, in itinere, con continui aggiustamenti, orientando di volta in volta l’attivazione di specifiche competenze disciplinari rispetto ai singoli snodi e agli obiettivi parziali del percorso, in una logica progressiva e incrementale, che richiede flessibilità e capacità di operare modularmente.
L’interazione più efficace si esprime laddove l’insieme del partenariato creda fortemente alle potenzialità della sezione transnazionale del progetto e coerentemente investa energie e risorse affinché si possano davvero integrare e valorizzare appieno le differenti prospettive disciplinari e le differenti competenze in funzione di quell’obiettivo comune che è la realizzazione di prodotti che risultino di vicendevole utilità e che siano spendibili anche in modo autonomo nei singoli contesti.
Fiducia
Il gruppo dei partner deve essere in grado di generare al suo interno un clima di forte legittimazione e fiducia reciproca, elemento fondamentale per garantire la possibilità di sviluppare analisi ed azioni in grado di rispondere pienamente agli obiettivi di miglioramento ed innovazione su cui si opera.
Indicatori
Dall’analisi delle esperienze di numerosi progetti transnazionali emerge la particolare importanza strategica della costruzione di indicatori transnazionali. Essi infatti possono di volta in volta assumere importanti connotazioni, in diversi ambiti sia dell’attività di analisi e monitoraggio dei fenomeni, sia dell’organizzazione logistica e procedurale dei moduli di progetto. I diversi panieri di indicatori possono quindi rappresentare per i progetti trasnazionali:
• elementi chiarificatori dei concetti utilizzati e della loro effettiva praticabilità;
• strumenti d’analisi mirata su fenomeni determinati (in chiave descrittiva, integrativa, previsionale);
• strumenti utili a sintetizzare e condividere il lavoro effettuato;
• sedimento qualificante di know-how e tracciato sintetico per l’orientamento e la messa a punto di ulteriori progettazioni.
Trasferibilità
Il lavoro di raffronto e comparazione fra diverse realtà territoriali, istituzionali, fenomeniche oggetto delle azioni progettuali delle diverse esperienze transnazionali porta necessariamente a prendere consapevolezza di quanto le variabili socio-economiche, le differenti politiche legislative e le differenti prassi d’intervento richiedano un intenso e complesso lavoro di verifica delle possibilità di convergenza per giungere alla definizione di modelli comuni ed efficaci, in particolare circa la definizione di proposte di intervento e policy.
Solo in questo modo è possibile evitare banali proposte di best practices che corrano il rischio di essere totalmente astratte e decontestualizzate e, in definitiva, non realmente trasferibili. L’impegno alla ricerca di soluzioni adattabili a contesti e fenomeni in continuo e spesso rapido mutamento, può riguardare nello specifico:
• Metodi e modelli di analisi definiti per essere applicabili a contesti diversi;
• Modelli organizzativi efficaci da sperimentare ed estendere su tutti i territori coinvolti nel progetto;
• Politiche legislative e di gestione del territorio comparate e valorizzate perché diventino modello per altri contesti;
• Prassi ed interventi efficaci ed efficienti da suggerire ed incentivare nei contesti locali che si trovano ad affrontare nuove problematiche emergenti.
Visibilità
Altro aspetto centrale e qualificante della dimensione transnazionale dei progetti riguarda la possibilità, in molti casi ben sfruttata, di progettare strumenti e spazi informatici (siti web, banche dati, biblioteche virtuali, etc.) in grado di fornire un accesso agevole ai prodotti sviluppati nell’ambito dei progetti stessi, giacimenti informativi costantemente cumulabili, facilmente aggiornabili e agilmente consultabili, che diversamente avrebbero una diffusione molto meno rilevante e una circolazione ristretta agli “addetti ai lavori”. Si possono per questa via rendere così disponibili ad un vasto pubblico di potenziali soggetti interessati un insieme esaustivo e prezioso di materiali, di strumenti, di opzioni metodologiche, di analisi, di ricerche, di risultati di esperienze che possono stimolare e arricchire altri contesti e ispirare nuovi sviluppi e pratiche.
Interscambi
Un elemento qualificante dell’esperienza transnazionale è la possibilità di sviluppare una conoscenza puntuale di casi, situazioni, contesti sociali, di servizi, di attività presenti nei territori locali attraverso gli interscambi fra i partner di uno stesso progetto. Questi incontri hanno lo scopo di promuovere e favorire il dibattito e la riflessione sulle esperienze concrete messe in atto nei diversi contesti territoriali e di offrire preziose occasioni di capacitazione reciproca dei soggetti responsabili delle azioni, in particolare i soggetti del privato sociale e i policy makers. Tale attività permette inoltre di “tradurre” pratiche discorsive necessariamente “astratte” prodotte in seno al partenariato nella concretezza delle situazioni reali vissute e sperimentate nei territori su cui si ha la giusta ambizione di agire in modo costruttivo e duraturo.
Stabilizzazione
Va infine ribadito che - in ottica proiettata al futuro - gli sforzi organizzativi del coordinamento, i costi organizzativi per la costruzione di relazioni di fiducia, gli oneri per il raggiungimento di solide convergenze concettuali e innovative integrazioni disciplinari, l’impegno all’implementazione di paradigmi comparativi nonché il considerevole investimento economico connesso, rischiano di essere vanificati se non si pensa a possibili formule di incentivazione e stabilizzazione nel tempo dei partenariati consolidati e dimostratisi efficaci, con la finalità di supportare il loro sviluppo oltre i limiti cronologici dei singoli progetti che li hanno generati.
*: Testo dell’intervento al Convegno della Regione Lombardia su “Economia sostenibile, qualità dell’occupazione e coesione Sociale”, Palazzo Clerici, Milano, 25 ottobre 2007
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