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Prossimamente, il Chronic Care Forum di Rimini organizzato da Maggioli, sarà il punto di analisi e confronto delle varie sfaccettature che compongono il Piano nazionale della Cronicità, un documento che rappresenta un importante punto di svolta nell’approccio a un mondo così complesso e in continua crescita, che assorbe molte risorse pubbliche e richiede la capacità di attivare due elementi sistemici, come la continuità assistenziale per periodi di lunga durata e una effettiva integrazione sociosanitaria, aspetti che ancora oggi non sono sufficientemente coperti nel panorama nazionale dei servizi territoriali e residenziali.
Tra le “premesse per una gestione efficace, efficiente e centrata sui pazienti”, oltre a un marcato accento sui differenti e complessi bisogni della persona con malattia cronica, il Piano auspica una “nuova prospettiva di valutazione multidimensionale” secondo cui, i risultati di un percorso assistenziale di una patologia cronica devono essere misurati, oltre che attraverso i vari indicatori clinici, anche mediante la valutazione di esiti intermedi che si sostanziano nel corso di vita del paziente e in particolare mediante il ricorso a indicatori che considerano la dimensione sociale e la dimensione sociosanitaria del bisogno.
Ciò è particolarmente cruciale per l’assistenza domiciliare, che il Piano ribadisce come soluzione di first best rispetto all’istituzionalizzazione ed effettivamente “integrata” solo quando le professionalità sanitarie e sociali collaborano per realizzare progetti unitari, mirati alla soddisfazione di bisogni di diversa natura, tali per cui, di fatto la valutazione multidimensionale ne diviene condizione necessaria per l’attivazione.
Si tratta quindi di un sistema gestionale complesso a fronte di bisogni complessi (al punto che ancora oggi vi sono territori in cui si riscontra la totale assenza del servizio di cure domiciliari nella ASL) ma non del tutto nuovo: le esperienze dei sistemi di valutazione multidimensionale distrettuale, con gli annessi strumenti sviluppati (SVAMA/SVAMDI, VAOR, RUG, AGED, ecc.), attivate sulla spinta dell’organizzazione di servizi sociosanitari per l’assistenza a persone fragili o non-autosufficienti, rappresentano un naturale punto di partenza per le finalità disegnate dal Piano della Cronicità.
A tal proposito, una delle specifiche linee di intervento proposte nel piano riguarda proprio la "diffusione e l’utilizzo di strumenti di valutazione multidimensionale omogenei sul territorio nazionale” al fine di perseguire l’obiettivo di “garantire pari opportunità di accesso ad un’assistenza di qualità”.
Sono questi gli stessi principi che muovono ormai da tre anni a questa parte le azioni di SVAM-network, il gruppo di lavoro interregionale promosso da Synergia tra le regioni che adottano SVAMA/SVAMDI e ICF a livello distrettuale, finalizzato allo scambio di esperienze, informazioni utili e buone prassi.
È alla luce anche di questi aspetti che Synergia parteciperà al Chronic care forum, con un proprio intervento dal titolo “Gli strumenti e i processi” nel workshop “Si fa presto a dire salute: strumenti per una valutazione multidimensionale dei bisogni e degli esiti”. Sarà questa l’occasione per portare un contributo allo sviluppo del Piano Nazionale della Cronicità fondato sulle consolidate buone pratiche condivise in SVAM-network (ai cui partner Synergia potrà riservare uno sconto del 50% sulla quota di iscrizione al forum, per maggiori informazioni: grupposvam@synergia-net.it).
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