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Mutamento Sociale n.12 - Novembre 2006
1. Il piano di azione dell’UE per il periodo 2005-2008
Nel luglio 2005 è stato pubblicato ufficialmente il piano d’azione per il periodo 2005-2008 da parte del Consiglio europeo dei 25 paesi membri dell’Unione Europea. Si tratta del primo quadriennio di una più ampia strategia europea definita per l’arco temporale 2005-2012, rispetto al quale è atteso per il 2009 una relazione di valutazione. Tale ampia strategia tiene conto della valutazione finale dei progressi raggiunti nel periodo precedente (2000-2004), mirando a conferire valore aggiunto alle strategie nazionali, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità sanciti nei trattati. Il piano d’azione è concepito in modo tale che, per ciascun intervento, vengono chiaramente individuati gli attori coinvolti e specificati gli strumenti per la valutazione, gli indicatori e il calendario delle attività; tutto ciò al fine di agevolare il monitoraggio delle azioni al momento della verifica successiva. Nel documento si ricordano alcuni obiettivi principali della strategia 2005-2012 – protezione della salute e della sicurezza dei cittadini, coordinamento delle politiche dei vari attori – si definiscono alcuni criteri per l’individuazione delle azioni (che devono essere mirate, quantificabili, realistiche per numero, con un buon rapporto costo-efficacia, coerenti con le strategie comuni) e si scandiscono le macroaree degli interventi, le azioni connesse, le scadenze, le titolarità delle azioni, gli strumenti di valutazione. Per la stesura di questo piano d’azione la Commissione si è consultata sia con l’OEDT sia con l’Europol e la società civile. Le strategie contemplate fanno riferimento a:
- coordinamento: ovvero l’assunzione di una regola operativa che nasce dalla valutazione della natura del fenomeno da un lato e della nuova Europa allargata dall’altro; per questo è stato creato uno strumento organizzativo apposito, denominato Horizontal Working Party on Drugs, con il compito di allineare gli interventi fra i Paesi e di integrare gli approcci al tema delle droghe (salute, economia, giustizia, politica,…);
- riduzione della domanda : ovvero una riduzione dell’uso, della dipendenza e dei danni alla salute; questo comporta azioni quali la prevenzione dell’accesso alle droghe, del passaggio da uso sperimentale ad uso regolare, della caduta in comportamenti a rischio, l’offerta di programma di trattamento così come di riabilitazione e reinserimento, le misure di riduzione del danno;
- riduzione dell’offerta : da attuare soprattutto attraverso la cooperazione fra forze dell’ordine, agenzie investigative, azioni verso i Paesi produttori e di transito delle sostanze;
- cooperazione internazionale , ovvero l’assunzione di un ruolo importante dell’Unione Europea negli organismi internazionali per una strategia equilibrata di contrasto, lo stimolo ai Paesi che aspirano ad entrare nell’Unione Europea perché si allineino alle modalità di intervento già attuate dai Paesi membri, supporto agli altri Paesi, specie quelli limitrofi all’Unione, nel contrasto del fenomeno;
- informazione, ricerca, valutazione , ovvero il consolidamento e il potenziamento del sistema informativo, la definizione di priorità di ricerca nazionali concordate a livello europeo, l’intensificazione dello scambio fra Paesi di risultati ed esperienze di intervento, la formazione del personale, la collaborazione con agenzie pubbliche e private, mentre sul piano della valutazione si raccomanda l’uso dell’ampia strumentazione e delle metodologie messe a punto dall’Osservatorio.
Tab. 1 - Piano d'azione europeo 2005 - 2008: il dettaglio delle priorità e delle azioni
AREE |
AZIONI |
Coordinamento |
1. Garantire un approccio equilibrato e pluridisciplinare |
Riduzione della domanda |
6. Ampliare la portata delle misure di riduzione della domanda di droga, ampliare l'accesso a dette misure e |
Riduzione dell'offerta |
17. Intensificare e sviluppare la cooperazione tra gli Stati membri e, se del caso, con l'Europol, l'Eurojust, i paesi terzi e le organizzazioni internazionali nella lotta ai fenomeni internazionali di produzione e traffico di sostanze stupefacenti |
Cooperazione internazionale |
28. Adottare posizioni comuni a livello UE in materia di droga nell'ambito di forum internazionali |
Informazione, ricerca, valutazione |
40. Fornire dati attendibili e comparabili riguardanti i principali indicatori epidemiologici |
Fonte: rielaborazione su dati del Consiglio europeo, Piano d'azione dell'UE in materia di lotta contro la droga
Obiettivi del Piano strategico 2000-2004 e loro valutazione
La valutazione del Piano strategico e d’azione dell’Unione europea 2000-2004 rappresenta il primo traguardo di un importante processo che vede riuniti gli Stati membri, le istituzioni europee e le agenzie specializzate nel monitoraggio dei progressi raggiunti nel settore degli stupefacenti; il nuovo piano europeo è definito anche sulla base dei risultati di tale valutazione del precedente. Si ricorda che gli obiettivi dichiarati nel precedente piano strategico erano 6 e che l’Osservatorio di Lisbona si è testualmente espresso come segue in merito ai risultati conseguiti sui sei obiettivi nell’Europa a 15 Paesi:
1. Ridurre in modo significativo l’indice di prevalenza nell’uso di droghe illecite, così come il numero di nuovi consumatori, soprattutto nella popolazione minorennne. L’obiettivo appare raggiunto per l’eroina e la modalità di assunzione parenterale, da metà degli anni ’90 la curva decresce e il tasso di incidenza diminuisce. Ma i valori attuali sono ancora significativi e soprattutto emergono nuove dipendenze dal poliabuso, dall’uso intensivo di cannabis, cocaina e altri stimolanti. L’accesso dei più giovani alle droghe non appare invece diminuito, ma i programmi di prevenzione in almeno metà dei Paesi membri raggiungono più persone e sono meglio strutturati.
2. Ridurre l’incidenza dei danni alla salute e dei decessi droga-correlati. Si è registrata una riduzione significativa fra i decessi, probabilmente imputabile alla stabilizzazione del consumo di eroina e all’intervento diretto sui target a rischio. Sono però affiorati nel frattempo decessi correlati all’uso di stimolanti. È inoltre diminuita l’incidenza di HIV fra gli assuntori di sostanze, ma l’Osservatorio segnala l’indebolimento delle campagne informative in proposito e il conseguente maggior rischio per alcuni sottogruppi a rischio. Le infezioni da epatite B e C restano a livelli elevati. I programmi di scambio delle siringhe sono fortemente cresciuti.
3. Incrementare in modo sostanziale i trattamenti con esiti di successo. Non ci sono ancora strumenti per verificare questo obiettivo, ma è certo che è aumentato in Europa il numero dei soggetti in trattamento, si è diversificato il loro profilo (ovvero sono diminuiti gli eroinomani e aumentati i poliabusatori o gli assuntori di altre sostanze), si è diversificata la tipologia di offerta, e questo dovrebbe a rigore aumentare la probabilità di successo degli interventi.
4. Ridurre in modo sostanziale la reperibilità di droghe illecite. I dati non sono univoci e non sembrano autorizzare il successo nell’obiettivo prefissato. Nel quinquennio considerato sono aumentati i sequestri di sostanze, per numero e quantità, la purezza della sostanza sembra rimasta stabile e il prezzo in alcuni casi addirittura sceso, segno di una disponibilità forse non diminuita. Il successo si può invece imputare all’impegno mostrato dai diversi Paesi nelle azioni di coordinamento e cooperazione.
5. Ridurre in modo sostanziale i reati correlati alla droga. La dinamica in Europa nel quinquennio è stata invece di crescita, solo a conclusione del periodo potrebbe esserci stata un’inversione di tendenza.
6. Ridurre in modo sostanziale il riciclaggio di denaro e i segnali di traffico illecito. Non c’è una misura precisa del fenomeno, è certo però che sono state intraprese azioni di contrasto a livello nazionale e che Europol ha definito specifici progetti anticrimine in questo campo. L’attività investigativa avrebbe però accertato un incremento di transazioni sospette.
La scarsità di informazioni disponibili sulla spesa pubblica diretta per la lotta alla droga continua a costituire un problema. Vi sono comunque segnali che, accanto al crescente interesse accademico in questo settore, vi sia un altrettanto crescente impegno politico per l’individuazione e la descrizione della spesa pubblica correlata agli stupefacenti, affinché sia possibile inserire la spesa nazionale per la lotta alla droga tra gli elementi pregnanti delle valutazioni dell’efficacia rispetto ai costi.
Le strategie di intervento in Europa
In Europa si è comunque consolidata un’articolata tradizione di intervento, che prevede un’ampia gamma di servizi terapeutici:
- il trattamento in situazione di astinenza , fondato sull’applicazione di tecniche psico-sociali ed educative, spesso legato alla permanenza in comunità terapeutiche, senza l’utilizzo di farmaci o al più con il supporto di antidepressivi o benzodiazepine;
- il trattamento medicalmente assistito , ossia effettuato con terapia sostitutiva con sostanze agoniste o antagoniste: il primo caso prevede il ricorso al naltrexone, nel secondo si prevede l’uso soprattutto di metadone, negli ultimi anni affiancato da altre opzioni come la buprenorfina, la diidrocodeina (in Belgio, Germania, Lussemburgo Austria), la morfina a rilascio lento (in Austria), l’eroina (in Germania, Paesi Bassi, Regno Unito); la terapia sostitutiva è diventata in Europa la principale soluzione di trattamento specializzato, con oltre 400.000 pazienti in trattamento e criteri di ammissione sempre meno restrittivi, non più connessi all’identificazione di problemi cronici;
- il sostegno psicosociale , fortemente raccomandato in caso di terapia sostitutiva ma molto spesso disatteso per carenza di risorse: eppure studi recenti ne confermerebbero l’efficacia, perché riduce la probabilità di cadere nel consumo di una droga secondaria in caso di terapia sostituiva, sempre che il paziente ne colga il valore e sia disposto a questa forma di aiuto;
- il reinserimento sociale , che passa attraverso il sostegno abitativo (fornire una casa o un contributo all’affitto), quello formativo (integrando e finalizzando i corsi di studio dei pazienti spesso non ottimali), quello lavorativo (trovando un impiego o un supporto alla ricerca): è questa la tipologia di intervento che risulta meno omogenea fra i Paesi membri, per la quale le risorse dedicate appaiono spesso insufficienti.
Indicazioni dell’Osservatorio europeo
L’Osservatorio europeo raccomanda di usare con cautela l’indicatore della domanda di trattamento, certo aderente alle dimensioni del consumo problematico di stupefacenti e utile a profilare gli utenti in carico a strutture terapeutiche, ma le cui dinamiche possono riprodurre non quelle del fenomeno quanto invece quelle dei servizi. L’incremento della domanda registrato dai diversi Paesi potrebbe in particolare dipendere dall’affinamento del sistema informativo e della rete territoriale dei servizi più che dal consumo problematico in sé.
Tendenze a livello legislativo
Durante il periodo di riferimento della relazione annuale dell’OEDT alcuni paesi hanno modificato la propria legislazione in materia di droga per quanto concerne le pene applicabili per vari reati. La tendenza è quella a modificare le sanzioni applicabili ai consumatori ed ai trafficanti emersa negli ultimi anni e osservata dall’OEDT. Tale tendenza, tuttavia, non è accompagnata da un allentamento dei controlli sugli effetti del consumo di droga sulla società, come evidenziano la questione specifica sui reati contro l’ordine pubblico e le restrizioni sul possesso di droga in presenza di giovani. In particolare, per le persone sospettate di traffico illecito la tendenza è quella di accrescere le pene comminabili.
Evoluzione in materia di legislazione in Italia
In tale direzione si è mossa anche l’Italia, il cui governo Berlusconi (2001-2006) in occasione delle olimpiadi invernali 2006 tenutesi a Torino ha inserito nella legge 21 Febbraio 2006 (n° 49) , alcuni articoli che sono andati a modificare il testo unico 9 Ottobre 1990, n° 309, delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza. Ecco una breve introduzione prima di entrare nel merito di questa legge. Nel 1990 con la legge Iervolino-Vassalli è stato introdotto il concetto di dose media giornaliera ed erano state redatte tabelle indicanti le dosi massime oltre le quali chi ne veniva trovato in possesso sarebbe stato incarcerato. A seguito di tale legge è stato registrato un incremento non solo dei carcerati, ma in particolare dei carcerati tossicodipendenti; si erano registrati anche alcuni casi di suicidio fra i giovani incarcerati per possesso di droga. Nel 1993 il 55% degli italiani ha votato al referendum a favore dell’abrogazione della dose media giornaliera, e quindi delle tabelle con le indicazioni delle quantità massime. La legge Fini-Giovanardi del 21 Febbraio 2006 reintroduce il concetto di dose media giornaliera e contiene tabelle molto dettagliate delle tipologie di sostanze stupefacenti e psicotrope, indicanti anche la quantità massima consentita per il possesso di tali sostanze. Si riporta in questa sede una tabella semplificata (tab. 2) con i dati per le sostanze stupefacenti più diffuse e di cui si tratta nel presente rapporto . Occorre sottolineare che le cifre indicate si riferiscono all’effettiva quantità di stupefacente contenuta nella sostanza sequestrata, cioè alle quantità di principio attivo. Questo comporta che al momento del sequestro segue poi una fase di analisi della sostanza per stabilire la quantità di principio attivo ed eventualmente procedere poi all’arresto nel caso vengano superate le quantità massime indicate. Le pene stabilite non variano a seconda della sostanza di cui si è stati trovati in possesso, non operando, quindi, alcuna distinzione fra tipi di droghe (pesanti e leggere).
Tab. 2 Dose massima (in milligrammi) oltre la quale la detenzione configura il reato di spaccio
Sostanza |
Iervolino - Vassalli 1990 |
Fini - Giovanardi 2006 |
Eroina |
100 |
250 |
Cocaina |
150 |
750 |
Cannabis* |
500 |
500 |
Mdma (Ecstasy) |
500 |
750 |
Amfetamina |
500 |
500 |
Lsd |
0,50 |
0,15 |
*Hashish e marijuana
Fonte: elaborazione su dati ministeriali
Oltre a definire i limiti in termini di quantità massima detenibile dal consumatore, chi ha redatto le tabelle ha determinato anche il numero di assunzioni che il consumatore realizzerà con queste quantità. L’Ansa, sulla base delle indicazioni ministeriali, ha riportato come segue la tabella cui ci si riferisce (tab. 3).
Tab. 3 Dose massima (in milligrammi) oltre la quale la detenzione configura il reato di spaccio
Sostanza | D.M.S. (1) |
Molt. (2) |
Q.M.D. (3) |
Sostanza lorda (4) |
N. Assunzioni (5) |
Eroina | 25 | 10 | 250 | 1,7 (15%) | 10 assunzioni |
Cocaina | 150 | 5 | 750 | 1,6 (45%) | 5 assunzioni |
Cannabis* | 25 | 20 | 500 | 5 (10%) | 15-20 assunzioni |
Ecstasy | 140 | 5 | 750 | 5 compresse | 5 assunzioni |
Amfetamina | 100 | 5 | 500 | 5 compresse | 5 assunzioni |
Lsd | 0,05 | 3 | 0,150 | 3 francobolli | 3 assunzioni |
*Hashish e marijuana
Fonte: elaborazione su dati ministeriali
Nuove modifiche
Con l’insediamento del governo Prodi nell’Aprile del 2006, il Ministro della salute Livia Turco ha subito annunciato l’intenzione di modificare il testo della legge, in particolar modo elevando il quantitativo massimo di cannabis detenibile e con attenzione al tema dell’equiparazione tra “possesso e uso di cannabis” e “possesso e uso di droghe pesanti”. Si prefigura, quindi, un periodo di cambiamenti in materia di legislazione sulle droghe nel nostro paese.
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