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Abolizione del reddito di cittadinanza

A cura di Matteo Agostinis, Francesca Azzalini, Beatrice Di Stefano ed Elia Erba. Dalla rubrica "Lavori di ricerca empirica" degli studenti dell'Università di Pavia per il corso di Statistica Sociale
Il Reddito di Cittadinanza è una misura di politica attiva del lavoro ed è stato introdotto nel 2019 come mezzo di contrasto alla povertà e come sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro.
Negli ultimi mesi è stato oggetto di revisioni e modifiche da parte del nuovo Governo fino ad arrivare alla misura definitiva ovvero il passaggio dal Reddito di Cittadinanza a due prestazioni distinte: l’Assegno di inclusione (Adi), definito nella norma la “misura nazionale di contrasto alla povertà”, e il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), una “misura di attivazione al lavoro”.
Cosa ne pensano i cittadini? Qual è la loro consapevolezza rispetto ad una tematica così viva e importante?
Attraverso uno studio fatto durante il corso di Statistica Sociale presso l’Università degli Studi di Pavia, abbiamo cercato una risposta a queste domande.
Per raccogliere i dati abbiamo creato un questionario attraverso Google Form, che è stato inviato tramite WhatsApp e Instagram. Le risposte ottenute sono state in totale 112, di cui il 52,7% donne e il 47,3% uomini.
Abbiamo posto al nostro campione due domande che abbiamo successivamente messo in relazione notando un riscontro interessante.



Alla domanda “Secondo lei è giusto che i cittadini in difficoltà economica lo percepiscano?” circa 2/3 del nostro campione ha risposto positivamente; si evince quindi una propensione a non abolire il reddito, visto nella sua forma primitiva, ossia come sostegno economico e come misura di contrasto alla povertà.
Questa posizione si trova tuttavia in netto contrasto con la seconda domanda “Il RdC è stato introdotto nel 2019 come misura di contrasto alla povertà e come sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro; secondo lei, in questi anni, quanto ha ricoperto la funzione per la quale è stato introdotto?” alla quale più del 50% del campione ha indicato il livello più basso fra le risposte possibili ovvero “per niente”.
 
A fronte di questi risultati allora, cosa è stato sbagliato in questi anni nell’erogazione di tale misura di sostegno economico?
Questa domanda è stata posta direttamente al nostro campione e ci ha permesso di approfondire il contrasto sopracitato.
Le risposte più comuni hanno sottolineato un controllo poco approfondito sullo stato familiare e delle condizioni lavorative del percettore, criteri di accessibilità poco severi e la mancanza di un’effettiva spinta nel mondo del lavoro.
Dopo un’analisi generale sulla posizione del campione analizzato riguardo al Reddito di Cittadinanza siamo passati al cuore della questione ovvero la sua abolizione.
La maggioranza delle persone intervistate (62,5%) si ritiene a favore di questo provvedimento attuato dal nuovo Governo. Ci siamo allora domandati in quale settore gli italiani desiderassero reinvestiti i fondi del (quasi) ex RdC. In particolare, abbiamo analizzato il tema evidenziando l’opinione degli studenti in contrapposizione ai non studenti (lavoratori, pensionati, disoccupati).
Una delle proposte di reinvestimento dei fondi è stata la “riduzione delle imposte sul lavoro”, un’opzione che ha (prevedibilmente) reso i non studenti molto entusiasti; infatti, 29 su 35 di questi hanno risposto “abbastanza” o “molto” a proposito dell’efficacia di una proposta del genere, mentre chi studia non pensa sia una priorità e per questo si è rivelato abbastanza neutro a riguardo.
Una seconda proposta è stata il “maggior investimento nell’istruzione”, in questo caso la nostra attenzione si è concentrata sulla categoria “studenti” dei quali però su 77 soltanto 35, meno della metà, hanno espresso la volontà di investire in ambito scolastico.
In conclusione, abbiamo riservato uno spazio al tema della pandemia ed in particolare all’aumento delle richieste di Reddito di Cittadinanza legato ad essa.
Alla domanda “Secondo lei quanto sono aumentate le richieste di Reddito di Cittadinanza a causa della pandemia?” il 48,2% ha espresso la voce “abbastanza” mentre il 36,6% “molto”.
Da un confronto che abbiamo successivamente effettuato con i dati reali è emerso che 814.000 cittadini italiani percepivano il Reddito già prima dell’emergenza Covid, ma la crisi sanitaria ha effettivamente incrementato questo numero portandolo a poco più di 1 milione.
 

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