La direttiva 2/2019, emanata lo scorso 26 giugno, rilancia la necessità di una stretta collaborazione tra il Comitato Unico di Garanzia, la Consigliera di Parità e la Consigliera di Fiducia, l’Organismo Indipendente di Valutazione, il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione e tutta l’Amministrazione. Questo, allo scopo di promuovere le pari opportunità, accrescere la produttività, migliorare l’efficienza e l’efficacia e quindi le performance delle Pubbliche Amministrazioni, favorendo il benessere organizzativo.
Le forme di collaborazione sperimentate possono portare ad esiti molto positivi, specialmente per quanto riguarda l’introduzione di iniziative di lavoro agile, un modo di lavorare che porta benefici ai lavoratori, agli Enti e alla società. Ai lavoratori, perché sopportano minori costi e tempi di trasporto; agli Enti, che possono ottenere aumenti di produttività, e alla società nel suo insieme, con minori emissioni inquinanti.
Uno dei casi più recenti in cui il lavoro agile è stato introdotto in una Pubblica Amministrazione grazie anche alla collaborazione del CUG è relativo all’Università di Siena. In particolare, l’iniziativa vede la collaborazione tra l’Amministrazione, il Comitato Unico di Garanzia e le Rappresentanze Sindacali, che si sono posti il comune obiettivo di aumentare il benessere organizzativo favorendo la conciliazione e migliorare la qualità dei servizi offerti. In particolare, l’iniziativa vuole favorire una diversa organizzazione del lavoro resa possibile dall’utilizzo delle tecnologie digitali allo scopo di garantire l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa attraverso la valorizzazione delle risorse umane.
All’iniziativa, avviata in forma sperimentale per un anno, ha accesso il personale che svolge attività che possano essere valutate attraverso risultati misurabili e che non usufruisca del part-time. Il bando prevede che le domande siano esaminate annualmente da un’apposita commissione, la quale cura che vi sia parità di genere nell’accesso. Accesso che avviene per graduatoria, stilata in modo da favorire chi ha prole, invalidità o chi è affetto da patologie croniche. Sono inoltre considerate in modo particolare le donne in gravidanza, le persone che abitano a più di 60 chilometri dal posto di lavoro e le persone anziane. È inoltre favorita un’alternanza: le persone che non hanno mai usufruito dell’iniziativa si vedranno assegnati due punti in più in graduatoria, a parità di altre condizioni, rispetto a chi vi ha già preso parte. La formalizzazione dell’accesso all’iniziativa avviene attraverso la stipula di un accordo individuale che richiama quanto previsto dal regolamento.
Il lavoro agile introdotto dall’Università di Siena prevede la possibilità di lavorare in luoghi diversi dalla sede abituale fino a due giorni a settimana e per un massimo di dieci giorni al mese. Le giornate non sono cumulabili e sono da concordarsi di volta in volta col responsabile di riferimento. La scelta del luogo di lavoro è lasciata alla libertà di chi lavora, mentre l’orario di lavoro deve comprendere due ore di reperibilità all’interno dell’orario di lavoro ordinario; è inoltre previsto il rispetto di fasce di disconnessione. Nei giorni di lavoro da remoto, la strumentazione è quella personale dei dipendenti secondo il principio del Bring Your Own Device (BYOD), mentre non viene erogato il buono pasto.
Obiettivo dell’Università è arrivare in tre anni all’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte di almeno il 10% del personale e coinvolgerà, tra il 2019 e il 2021 circa 90 dipendenti (30 all’anno), con lo scopo di favorire una diversa organizzazione del lavoro per meglio coniugare vita familiare e lavorativa.