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Decreto 93/2024: Le fasi dell’Assegno di inclusione e le funzioni della Rete di intervento

A cura di Monica Di Cecco
Le Linee Guida per l'istituzione delle Reti di Servizio destinate all'attuazione dell'Assegno di Inclusione (ADI) identificano le 5 fasi dell’Assegno di Inclusione (ADI), in cui le Reti di intervento sono fondamentali per il successo della misura
Nella figura sottostante si evidenziano le Tappe selezionate della Delivery Chain dell’Assegno di inclusione e i “Momenti Rete”.
 
 
1.La fase di informazione e orientamento.
Durante la fase iniziale di informazione e orientamento, le parti coinvolte nella Rete svolgono un ruolo cruciale nella diffusione e spiegazione dell'Assegno di Inclusione (AdI) ai potenziali beneficiari. Tutti i membri della Rete, compresi i CAF, i Patronati, l'INPS, gli ATS e i Comuni, sono responsabili di fornire informazioni dettagliate sull'esistenza dell'AdI e sulla procedura per la presentazione delle domande. In aggiunta, i Comuni o entità come ATS/Consorzi/Aziende Speciali offrono orientamento sulla Rete integrata degli interventi e servizi sociali. Infine, il Terzo Settore viene coinvolto nelle attività di diffusione dell’informazione sull’Assegno di inclusione, partecipando attivamente alla promozione dell'AdI e supporta i beneficiari negli adempimenti legati alla misura, in base ad accordi locali.
 
2.La fase del coinvolgimento di altri servizi 
Nella fase di coinvolgimento di altri servizi, la Rete di intervento locale svolge un ruolo cruciale nell'accompagnare il nucleo beneficiario attraverso un percorso personalizzato. Dopo un'analisi preliminare effettuata dai servizi sociali comunali, vengono identificate le necessità specifiche dei beneficiari e questo può includere l'invio dei componenti del nucleo ai Centri per l'Impiego o, se necessario, l'attivazione di équipes multidisciplinari con la partecipazione di diversi soggetti, come i servizi specialistici. 
Il coinvolgimento di servizi specialistici richiede l'identificazione e il coinvolgimento preventivo di questi enti nella Rete. Una volta coinvolti, lavorano insieme al servizio sociale professionale, condividendo pienamente la responsabilità per il caso; infatti, gli operatori dei servizi specialistici, responsabili della definizione e del monitoraggio degli interventi specifici, comunicano i progressi al servizio sociale seguendo gli accordi di collaborazione. Questi interventi, diventando parte integrante del Patto di inclusione, enfatizzano l'importanza della collaborazione nella valutazione multidisciplinare e nella definizione dei Patti per l'inclusione.
In tal caso, l'interoperabilità tra le piattaforme del Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa permette uno scambio fluido di informazioni, essenziale per indirizzare i beneficiari verso i servizi appropriati.
 
3.La fase di costruzione dell’Équipes Multidisciplinari (EEMM)
Durante la fase di costituzione delle Équipes Multidisciplinari (EEMM), necessarie per affrontare i casi più complessi, è fondamentale che la Rete di intervento locale sia già operativa e ben strutturata. I membri delle EEMM, provenienti da diverse istituzioni che fanno parte della Rete, sono essenziali per una gestione efficace e dipendono dalla presenza di una Rete attiva, come sottolineato nelle Linee Guida sulla Presa in Carico del Percorso di Inclusione Sociale.
In presenza di casi complessi, l'ATS organizza periodicamente le convocazioni delle EEMM, adattandole al numero di beneficiari e alla loro ubicazione geografica. Le EEMM vengono formate seguendo le indicazioni del Servizio Sociale Professionale e sono progettate per comprendere a fondo i bisogni e le risorse dei nuclei familiari, promuovendo così percorsi di presa in carico integrata. La composizione delle EEMM include, di solito, l'Assistente sociale del Comune, affiancato da figure come educatori sociali e psicologi, oltre a rappresentanti di istituzioni chiave come Centri per l'Impiego e servizi sanitari.
Le attività delle EEMM iniziano dopo incontri interistituzionali e la stesura di accordi o protocolli operativi. La composizione e le modalità di convocazione delle EEMM, inclusa la frequenza delle riunioni, sono variabili, adattandosi alle esigenze specifiche, ma generalmente avvengono nel Comune di residenza o nelle sedi dell'ATS o di Enti Partner, con convocazioni che avvengono tipicamente via e-mail, facilitando il processo attraverso la piattaforma GePI.
 
4.La fase di attivazione di servizi e interventi in Rete nell’ambito del Patto personalizzato
Nella fase di attivazione di servizi e interventi, la Rete di intervento locale è cruciale per garantire che l'accurata analisi dei bisogni dei beneficiari porti all'identificazione e attivazione di interventi appropriati, specialmente nei casi più complessi. 
In collaborazione con i beneficiari, i servizi competenti definiscono Patti personalizzati che specificano obiettivi di progetto, volti a favorire l'inserimento lavorativo e sociale, i sostegni richiesti oltre al beneficio economico, e gli impegni richiesti ai beneficiari, condizionati all'ottenimento del beneficio economico. Questi sostegni possono includere una vasta gamma di servizi sociali e di altre politiche integrative.
Il case manager, generalmente un assistente sociale del Comune, è centrale nel coordinare l'attuazione degli interventi e nel fungere da referente per l'équipe multidisciplinare, assicurando la continuità e il monitoraggio degli interventi e proponendo, se necessario, una ridefinizione del Patto personalizzato.
Infine, nella fase di invio e accompagnamento ai servizi specialistici, le Équipes Multidisciplinari (EEMM) individuano gli interventi specifici per ogni nucleo beneficiario e vengono definiti criteri di ammissibilità, capacità di offerta, modalità di attivazione, procedure di accettazione o rifiuto del beneficiario, tempi di risposta e procedure di informazione e condivisione tra i membri della Rete.
 
5.Fase del monitoraggio degli impegni presi dai beneficiari 
Nella fase di monitoraggio, la Rete di intervento locale è importante per verificare le condizioni stabilite nel patto personalizzato e per considerare eventuali revisioni, se necessarie. 
Il case manager, che coordina e monitora l'attuazione del patto, assicura che tutti i soggetti coinvolti adempiano ai propri compiti. Le metodologie di monitoraggio, stabilite nel patto, includono controlli periodici e revisioni a cui è fondamentale partecipino anche i beneficiari, aumentando così la trasparenza e l'efficacia del processo.
 
Infine, il D.Lgs. 117/2017, noto come Codice del Terzo settore, ha introdotto importanti innovazioni nel rapporto tra Enti pubblici ed Enti del Terzo settore, basandosi sul principio di amministrazione condivisa. In particolare, l'articolo 55 del Codice obbliga le amministrazioni pubbliche a coinvolgere attivamente gli enti del Terzo settore nella programmazione e organizzazione territoriale attraverso co-programmazione, co-progettazione e accreditamento, rispettando le normative vigenti. In tal senso, anche il Terzo Settore è coinvolto nelle Reti di intervento che si andranno a sviluppare sui territori. 
 
In conclusione, l'analisi dettagliata delle cinque fasi essenziali per l'attivazione delle reti di intervento dimostra la volontà e l'impegno nel garantire il successo dell'Assegno di Inclusione. Questo processo non solo evidenzia l'importanza di una strategia coordinata e ben strutturata, ma sottolinea anche come l'interazione tra diversi attori e livelli di governo sia fondamentale per l'efficacia delle politiche di inclusione.


Allegati: DM 93/2024

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