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Decreto 93/2024: le Reti istituzionali di indirizzo e di intervento nell’Assegno di inclusione nei diversi livelli di governance

A cura di Monica Di Cecco
Le Linee Guida emanate dal Decreto 93/2024 stabiliscono la struttura delle Reti di Servizio per l'attuazione dell'Assegno di Inclusione su tre livelli: nazionale, regionale e locale.
 
A livello nazionale, la normativa enfatizza l'importanza di una Rete integrata di interventi e servizi sociali. Per questo scopo, è stata istituita la Rete della Protezione e dell'Inclusione Sociale, all’interno della quale operano varie entità, tra cui la Cabina di Regia per l'attuazione dell'Assegno di Inclusione, un Comitato tecnico responsabile dell'elaborazione del Piano sociale nazionale, e diverse articolazioni tecniche specializzate nei servizi sociali per il contrasto alla povertà. 
Questa organizzazione si propone di facilitare la gestione associata degli interventi e dei servizi attraverso l'aggregazione di territori definiti nei settori sociale, del lavoro e della sanità.
 
La Rete della Protezione e dell’Inclusione Sociale, prevista dall’art. 21 del D. Lgs. 147/2017, presieduta dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha come funzione principale il coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali, coinvolgendo nella propria composizione, diversi enti pubblici e livelli di governo. La Rete consulta le parti sociali e gli organismi rappresentativi del Terzo settore e può istituire gruppi di lavoro che ne prevedono la partecipazione. 
 
La Rete della protezione e dell’inclusione sociale, per lo svolgimento dei compiti ad essa affidati, può avvalersi del supporto di articolazioni tecniche (vedi art. 6 Regolamento interno della Rete della protezione e dell’inclusione), come i comitati tecnici e i gruppi di lavoro che, nelle aree di rispettiva competenza, hanno la funzione di condividere le esperienze e gli strumenti di lavoro utilizzati a livello locale, di adottare linee guida, di realizzare un confronto attivo su atti di coordinamento operativo per l’attuazione di specifiche misure e di collaborare al monitoraggio e valutazione delle stesse. 
Inoltre, la Rete può essere integrata da rappresentanti delle parti sociali e degli organismi del Terzo Settore, al fine di promuovere forme partecipate di programmazione, monitoraggio e valutazione delle misure implementate nell’ambito del sistema degli interventi e dei servizi sociali. 
 
La Cabina di Regia per l'attuazione dell'Assegno di Inclusione, istituita per sostituire la precedente cabina dedicata al Reddito di Cittadinanza, a partire dal 1° gennaio 2024, serve come forum per il confronto tra i vari livelli di governo e la consultazione con le parti sociali e gli enti del Terzo Settore impegnati nella lotta alla povertà. È composta da rappresentanti regionali, provinciali, dell’ANPAL (ora parte del Ministero del Lavoro) dell’INPS, ed estende la collaborazione a enti di politiche del lavoro e del Ministero della Salute, per affrontare sia temi di integrazione lavorativa che di assistenza socio-sanitaria, puntando su un approccio integrato e servizi specializzati per famiglie con bisogni complessi.
La Cabina di Regia, inizialmente istituita per il Reddito di Cittadinanza, ha creato un gruppo di lavoro tecnico per elaborare linee guida che migliorino la collaborazione tra i servizi territoriali. Questo gruppo si focalizza su reti operative che supportino l'integrazione di servizi amministrativi diversi e squadre multiprofessionali per aiutare le persone in difficoltà. Con l'introduzione del decreto legislativo 48/2023, il gruppo ha adattato le sue attività per supportare anche l'attuazione dell'Assegno di Inclusione.
 
La normativa nazionale riguardante la Rete della Protezione e dell'Inclusione Sociale stabilisce un forte coinvolgimento del Terzo Settore nelle fasi di programmazione, monitoraggio, valutazione e advocacy attraverso consultazioni periodiche, almeno annuali o in occasione dell'adozione di piani sociali nazionali e di strategie contro la povertà e la non autosufficienza. La Rete può formare gruppi di lavoro che includono rappresentanti del Terzo Settore per sviluppare e proporre piani e linee guida specifici.
Le Reti di indirizzo promuovono la collaborazione con il Terzo Settore attraverso accordi di reciproco riconoscimento, co-programmazione e co-progettazione, per identificare e rispondere a bisogni sociali specifici. 
Inoltre, le linee guida sviluppate dal Comitato di Pilotaggio nel 2016 forniscono principi generali e strumenti operativi per la costruzione di reti interistituzionali e il coinvolgimento del Terzo Settore, includendo protocolli di integrazione istituzionale ed educativa, e di gestione per coordinare e integrare servizi a livelli multipli, utilizzando risorse come il Fondo Sociale Europeo (FSE) e collaborazioni multilivello tra comuni e altri enti territoriali.
 
A livello regionale, la volontà è quella di realizzare azioni di sistema per una governance unitaria, che garantiscano i raccordi interistituzionali e interprofessionali necessari alla collaborazione fra i servizi del pubblico e del privato sociale per affrontare la presa in carico integrata.
Nel merito, il d.lgs.147/2017 all'articolo 23 enfatizza l'importanza di creare una governance integrata per i servizi sociali. Questo implica la promozione di accordi interistituzionali e interprofessionali che collegano i servizi sociali pubblici e privati, l'inserimento lavorativo, l'istruzione, le politiche abitative, e la salute. 
Nello specifico, le Regioni sono incaricate di:
1.Promuovere accordi territoriali per un'offerta integrata di servizi.
2.Definire, dove non esistente, ambiti territoriali di programmazione che allineino i servizi sociali, sanitari e lavorativi.
3.Includere, se appropriato, le attività del Terzo Settore negli accordi territoriali.
4.Stabilire, se non già definito, strutture per la gestione associata dei servizi sociali che garantiscano autonomia e continuità gestionale, amministrativa e finanziaria.
Le Regioni e le Province Autonome devono:
•Creare strumenti di governance regionali con la partecipazione di entità cruciali come i servizi regionali per il lavoro e le strutture regionali dell'INPS, oltre a promuovere il dialogo con il Terzo Settore e le parti sociali. A questo livello, si prevede anche l'interlocuzione con CAF e Patronati.
•Fornire linee guida per la creazione di strumenti di governance a livello territoriale, metropolitano e provinciale, rispettando le specificità locali.
Questi compiti, sebbene focalizzati sull'attuazione dell'ADI, hanno un impatto più ampio sull'organizzazione complessiva dei servizi sociali, mirando a una maggiore integrazione ed efficacia nell'erogazione dei servizi.
 
A livello locale, gli Ambiti Territoriali Sociale (ATS) e i Comuni hanno il compito di definire e stipulare modalità operative per la collaborazione tra i vari servizi, in linea con gli strumenti di programmazione regionale. Questo include la formazione di Reti di intervento, che facilitano l'attivazione dei servizi territoriali per la gestione dei percorsi di inclusione sociale e il rafforzamento delle collaborazioni nell'ambito dell'Assegno di Inclusione, come illustrato nell'Allegato II che propone uno schema di protocollo d'intesa.
Secondo l'articolo 21, comma 5, del D.Lgs. 147/2017, la Rete della Protezione e dell'Inclusione Sociale è organizzata in tavoli regionali e territoriali. Ogni Regione e Provincia Autonoma determina come questi tavoli debbano essere costituiti e funzionare, incluse le modalità di partecipazione e consultazione del Terzo Settore e delle parti sociali. È fondamentale evitare conflitti di interesse e seguire principi di partecipazione e condivisione nelle decisioni programmatiche e di indirizzo, nonché nel monitoraggio e nella valutazione delle politiche sociali a livello territoriale. 
Le normative che regolano la costituzione e il funzionamento delle Reti a livello territoriale vengono comunicate al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
 
Nella tabella riportata, sono illustrate le principali tipologie di Reti nei diversi livelli di governance, così come previste dal Decreto 93/2024.
 
 
 
 
Le Reti di Servizio, organizzate su scala nazionale, regionale e locale, sono fondamentali per garantire l'efficacia dei servizi a favore dei beneficiari dell'Assegno di Inclusione, creando un sistema integrato che risponda efficacemente alle esigenze degli individui. Questa struttura multilivello migliora la coesione e la continuità degli interventi, rafforzando l'impatto delle politiche di inclusione sociale. 
Nel prossimo approfondimento sul Decreto 93/2024, si esamineranno più da vicino le Reti istituzionali di intervento specificamente dedicate all'Assegno di Inclusione.


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