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Synergia Magazine

Finanziamento dei progetti utili alla collettività (PUC)

a cura di Simone Cordisco
Il decreto ministeriale del 22 Ottobre 2019 definisce i PUC come tutti quei progetti utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, a cui i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti ad aderire. In particolare, ai sensi dell’art.4, comma 15, del decreto legge n.4 del 2019, i beneficiari devono dare la propria disponibilità a svolgere, a titolo volontario, e per un determinato numero di ore a settimana, lavori utili per la collettività (compatibilmente con tutti gli altri impegni relativi al progetto del reddito di cittadinanza). Si tratta di una vera e propria forma di restituzione alla comunità del beneficio che tutti questi soggetti ricevono. Inoltre è importante ricordare che i PUC sono a titolarità dei comuni che, a differenza di quanto accade per i lavori socialmente utili, devono scrivere degli appositi progetti al fine di creare delle occasioni di inserimento socio-lavorativo per i soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza.
Per quanto riguarda il processo di attivazione ed il finanziamento dei PUC, la strada appare tortuosa ed ancora poco chiara. Vi è infatti un proliferare di numerose norme ma allo stato attuale ci si trova, per diverse ragioni, in una situazione di stallo. Facciamo un po' di chiarezza, ricapitolando quelli che sono i passaggi principali per quanto riguarda l’attivazione dei PUC. Il decreto ministeriale del 22 Ottobre 2019 ha sancito l’attivazione dei PUC, che saranno finanziati attraverso le risorse del Fondo Povertà e del PON inclusione. Inoltre, il 14 Gennaio 2020 è stato approvato un nuovo decreto che recepisce una direttiva dell’Inail e definisce un premio unico per i lavoratori che aderiscono ai PUC, i quali devono essere assicurati contro i rischi connessi alle attività svolte, anche se a titolo gratuito. I comuni sono pertanto tenuti a sostenere dei costi per l’attivazione di questa polizza assicurativa, definita dall’INPS. Nel mese di Marzo di quest’anno, sono poi state deliberate altre due diverse norme. Il 10 Marzo è uscita la nota (n.1938) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in cui si definisce per i comuni come scrivere effettivamente questi progetti e come renderli disponibili (sotto forma di catalogo) all’interno della piattaforma GEPI. Il 27 di Marzo è stata invece approvata una circolare di INAIL (n.10) in cui si dettaglia in maniera precisa come utilizzare questa polizza. Tuttavia, al fine di contrastare la crisi legata al diffondersi virus COVID-19, l’articolo 40 del decreto legge 18 (decreto Cura Italia) ha sospeso tutte le condizionalità legate all’erogazione del reddito e tra queste anche i Progetti di Utilità Collettiva per i successivi due mesi. In seguito, è stato approvato il decreto legge 34 (Decreto Legge Rilancio) che, all’articolo 76, sospende i PUC fino al 17 luglio 2020.
A questo punto occorre capire quali risorse utilizzare per il finanziamento dei PUC, che saranno attivi a partire dal prossimo 18 Luglio. Come detto in precedenza, il decreto ministeriale del 22 Ottobre 2019 prevede che le spese per l’attivazione dei PUC e anche le spese per le coperture assicurative, possano essere finanziate dal Fondo Povertà Quota Servizi secondo le rispettive indicazioni dei piani di riparto del suddetto fondo. Il problema è che il Fondo Povertà quota servizi del 2018 è stato istituito in un periodo in cui il reddito di cittadinanza e quindi anche i PUC non esistevano ancora. Di conseguenza, come ricorda l’integrazione alle linee guida per la rendicontazione del Fondo Povertà Quota Servizi di Maggio 2019, non è possibile finanziare le spese sostenute per l’attivazione dei PUC, utilizzando il Fondo Povertà Quota Servizi del 2018. Dall’altro lato, all’interno di queste linee guida, viene previsto che sarà possibile utilizzare il Fondo Povertà Quota Servizi del 2019, in quanto verranno inserite delle voci di spesa in riferimento ai PUC. Anche qui però ci sono dei problemi. In effetti, per una serie di vicissitudini, alcuni ambiti territoriali ancora non hanno ricevuto le quote del Fondo Povertà Quota Servizi del 2019. Come ovviare a questa situazione? Sempre secondo l’articolo 5 comma 1 del decreto ministeriale del 22 Ottobre è possibile utilizzare le risorse del PON inclusione (Avviso n.3 del 2016). In particolare, se l’ambito territoriale ha avanzato delle risorse sui fondi PON, è possibile chiedere al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali una rimodulazione del progetto, sia a livello operativo ma soprattutto finanziario, in modo da poter destinare le eventuali risorse residue ai PUC.
In conclusione, dopo una serie di rallentamenti legati alla approvazione di diverse normative e allo scoppio della pandemia COVID-19, a partire dal prossimo 18 Luglio i PUC potranno essere finalmente attivati. Restano tuttavia diverse perplessità per quanto riguarda il budget per questi progetti.

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