Logo Synergia srl - Milano

Synergia Magazine

Global gender gap: Italia al 76esimo posto.

di Valerio Langè

Ogni anno il WEF redige un rapporto sul divario di genere nel mondo, sintetizzando la (dis)parità tra uomini e donne attraverso un indicatore da 0 a 1, espresso in percentuale. Quest’anno, come indicato nella prefazione di Klaus Schwab, direttore esecutivo dell’organizzazione, si evidenzia l’importanza della parità tra uomo e donna per far crescere l’economia globale in modo equo e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’ONU. Si tratta di un cammino che accelera il passo di anno in anno, e che tuttavia, all’attuale ritmo, richiederà ancora un secolo per raggiungere la meta. La sfida è globale e coinvolge tutti gli attori: le aziende, chiamate a trattare tutte le persone con pari dignità e offrire pari opportunità, cogliendo la diversità di genere come un’opportunità e favorendo lo sviluppo dei talenti attraverso l'aggiornamento continuo e la riqualificazione. Le istituzioni, chiamate a delineare e attuare politiche che offrano opportunità di sviluppo, integrazione e diffusione dei talenti per entrambi i sessi; che favoriscano un maggiore equilibrio nei ruoli di responsabilità e che sostengano famiglie e caregiver. Insieme, aziende e istituzioni possono creare una nuova narrativa economica e sociale che accompagni e sostenga il coordinamento e l'accelerazione del cambiamento.

Le linee d’azione, così come gli ambiti che l’indicatore elaborato dal WEF tiene in considerazione, riguardano la parità di partecipazione economica, la parità di istruzione, la salute e la partecipazione alla vita politica. Vi sono alcuni aspetti che meritano d’essere particolarmente approfonditi. In primo luogo, a livello globale il divario tra uomini e donne è colmato per il 68,6%, in aumento rispetto allo scorso anno; resta quindi un divario pari al 31,4% ancora da chiudere. Il divario maggiore si osserva nella partecipazione alla vita politica (divario colmato solo nella misura del 24,7%); se si approfondisce la situazione circa la partecipazione alla vita politica, si vede come in 108 Paesi su 149 si registri un miglioramento, dovuto principalmente all’aumento del numero di donne nelle assemblee parlamentari. Il secondo maggiore divario riguarda la partecipazione alla vita economica: il 57,8% del gap è stato colmato, ma rispetto allo scorso anno si registra un piccolo passo indietro. In particolare, si osserva un aumento del numero di donne in ruoli di responsabilità, col 36% dei dirigenti del settore privato e dei funzionari del settore pubblico di sesso femminile, con un aumento del 2% rispetto allo scorso anno. Ciononostante, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è in stallo e le disparità finanziarie sono leggermente aumentate. Per quanto riguarda la parità di istruzione e di salute il divario è colmato in misura molto maggiore, pari rispettivamente al 96,1% e al 95,7%. Tuttavia, se in 35 Paesi la parità di genere nell'istruzione è consolidata, in alcuni Paesi in via di sviluppo rimane un divario pari al 20%. Occorre poi tenere conto che anche nei Paesi in cui il livello di istruzione risulta paritario, le capacità delle donne non sono sempre in linea con quanto richiesto dal mercato del lavoro e sono presenti ostacoli per l'accesso alle professioni più richieste.

L’Italia si posiziona nella prima metà della classifica, 76esima su 153, con un indicatore complessivo pari a 70,7%, con un divario ancora da colmare pari al 29,3%. Rispetto ai primi dati disponibili, relativi al 2006, si registra un miglioramento di una posizione, dovuto alla stabilità del livello di parità per quanto riguarda la partecipazione alla vita economica, l’istruzione e la salute e a un balzo in avanti nella partecipazione alla vita politica, indicatore che in quattordici anni è passato da 8,7% a 26,7%, con un aumento pari a oltre il 200%. Restano tuttavia ampi i divari per quanto riguarda gli ambiti di studio, con prevalenza maschile in abito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e femminile nell’ambito delle scienze dell’educazione.

In questo contesto, il ruolo dei Comitati Unici di Garanzia rimane fondamentale nei suoi compiti propositivi, consultivi e di verifica. In particolare, nel nuovo anno che si apre il CUG dovrà avere poche ma chiare priorità: colmare il divario tra uomini e donne nell’utilizzo del part-time, a cui accede il 32,4% delle lavoratrici ma solo l’8,3% dei lavoratori; promuovere iniziative atte a riequilibrare la distribuzione del lavoro domestico, che oggi ricade sulle spalle delle donne in misura di oltre due volte maggiore che non su quelle degli uomini, anche con strumenti che favoriscono la conciliazione come il lavoro agile. Dovrà infine lavorare per ridurre la differenza nelle retribuzioni, che registra una penalizzazione del lavoro femminile nella misura del 5,6%.

Copyright © 2009-2016 Synergia srl - Tutti i diritti riservati
Via Settala, 8 - 20124 Milano
Tel. 02.72093033 - Fax 02.72099743
P.IVA 09570410150
chantive-solutions

Magazine   |  Committenti   |  Partners   |  News   |  Legal info