La Regione Basilicata è impegnata nella realizzazione del Piano di azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio, definiti attraverso una serie di indicatori e relativi valori target, fissati al 2013.
Tra questi vi sono i target relativi ai servizi di cura per l’infanzia, da perseguire attraverso l’aumento della
Diffusione dei servizi per l'infanzia (indicatore S.04) e della
percentuale dei bambini che usufruiscono dei servizi per l’infanzia (indicatore S.05).
Il piano individua una serie di azioni che si ritiene possano avere effetti sul perseguimento dell’obiettivo/indicatore. Possono essere raggruppate in
due macroaree: una di
interventi strutturali, volta all’incremento dei posti disponibili in asili nido e servizi integrativi; l’altra
di sistema, consistente cioè in una serie di azioni volte alla promozione della qualità dei servizi e all’abbattimento dei costi di struttura e di gestione, con conseguente revisione dei criteri di riparto dei fondi regionali da destinare agli enti per la gestione del servizio.
Per azioni, quindi, si intendono non solo gli investimenti, ma anche gli interventi propedeutici quali innovazioni organizzative, normative e regolamentari, azioni di comunicazione o sensibilizzazione, azioni di assistenza tecnica.
L’attuazione di queste azioni richiede però una programmazione basata su dati e analisi riguardanti il contesto socio-demografico, i bisogni sociali, i costi dei servizi, ecc.
E’ proprio in tal senso che il Sistema Informativo Sociale Regionale, recentemente implementato in Regione Basilicata (SISB), si sta rivelando un prezioso ed efficace strumento di supporto alla programmazione, a conferma del fatto che i
sistemi informativi sociali rappresentano, ormai, una risorsa indispensabile per la programmazione e il coordinamento delle attività nel settore delle Politiche Sociali.
Il sistema informativo sociale, infatti, fornisce, un quadro esauriente di conoscenze e informazioni continuamente aggiornato. Inoltre, garantisce la raccolta, l´elaborazione e la diffusione delle informazioni, consentendo agli enti pubblici, in particolare alle amministrazioni regionali, di svolgere il proprio ruolo di programmatore, coordinatore e di indirizzo delle politiche, nonché di facilitatore delle azioni innovative e a forte impatto sulla collettività.
Ed è proprio quanto sta avvenendo nell’ambito delle politiche per l’infanzia, in particolare per quel che riguarda l’attuazione del citato Piano di azione e delle politiche regionali per l’infanzia nel complesso.
In primo luogo, la disponibilità delle informazioni pervenute in seguito alla chiusura del primo flusso di dati del SISB sui servizi per la prima infanzia (numero, tipologie, ubicazione, utenti, posti disponibili), ha consentito alla Regione di
integrare i dati già inseriti nel rapporto (dati ISTAT a giugno 2010, riferiti all'anno 2008), e quindi di delineare un quadro maggiormente aggiornato e realistico della situazione relativa ai servizi per l’infanzia, ai fini della valutazione circa la distanza colmata rispetto ai valori baseline 2004 e della definizione di un trend previsionale dei valori degli indicatori S.04 e S.05 di cui sopra.
In secondo luogo, è stato possibile integrare il rapporto di monitoraggio semestrale, con una serie di dati e considerazioni relative al
contesto socio-demografico e alle
caratteristiche del sistema di offerta territoriale dei servizi per l’infanzia.
Analizzando, infatti, altri indicatori sintetici più specifici, resi disponibili nell’ambito del primo rapporto analitico prodotto dal SISB, si è potuto analizzare ed approfondire il tema del rapporto domanda-offerta per valutare l’equilibrio del sistema territoriale nel suo complesso. In particolare, la lettura congiunta degli indici di penetrazione, dotazione teorica e reale, saturazione e saturazione effettiva della rete di servizio, hanno fornito spunti per una valutazione sintetica molto utile in un’ottica di analisi dell’offerta territoriale, anche ai fini di una programmazione che deve essere rispondente ai reali bisogni del territorio.
Infine, i dati del SISB si stanno rivelando utili per aggredire alcune criticità rilevate nella fase di realizzazione delle azioni sopra richiamate.
Se per il primo tipo di interventi, definiti “strutturali”,
la criticità più forte continua ad essere quella relativa alla
tempistica di realizzazione degli interventi da parte dei soggetti attuatori, esistono
ulteriori criticità gestionali, accentuata dalla continua diminuzione dei fondi statali per la gestione dei servizi.
Si tratta, infatti, non solo di realizzare nuove strutture, ma di porre in essere le condizioni per una sostenibilità economica della gestione dei servizi.
A tal fine il SISB ha consentito di procedere alla raccolta dei dati relativi ai costi di gestione delle strutture per la prima infanzia lucane, nel corso del 2009, e quindi effettuare una prima
analisi dei costi di gestione, con l’obiettivo di definire un sistema di costi standard, individuare i fattori di spesa che incidono maggiormente sui costi, le possibili strategie per il contenimento delle spese e il contestuale abbattimento delle rette di compartecipazione a carico degli utenti.
Il SISB ha, quindi, contribuito ad ampliare la base informativa sulla quale attivare un’analisi critica finalizzata alla individuazione di una strategia efficace in vista del raggiungimento dei valori target degli indicatori. Tale analisi, riportata nel rapporto di monitoraggio, individua una serie di fattori, sia di ordine culturale che tecnico, da tenere in considerazione nella programmazione delle politiche per l’infanzia:
- - assenza di un linguaggio comune nella definizione delle tipologie dei servizi e delle prestazioni erogate;
- - bassa differenziazione delle tipologie di servizio presenti sul territorio, soprattutto in considerazione delle caratteristiche socio-demografiche degli ambiti territoriali;
- - necessità di un consolidamento degli attuali servizi, da rendere sempre più rispondenti alle esigenze delle famiglie e a standard strutturali e gestionali da individuare successivamente;
- - necessità di un nuovo rapporto pubblico – privato che promuova la collaborazione e l’integrazione delle competenze e delle responsabilità.
E’ stato pertanto possibile indicare alcune linee di indirizzo programmatico per l’attivazione di azioni maggiormente rispondenti ai bisogni del territorio e alla definizione di un sistema integrato dei servizi per la prima infanzia:
- ridurre ulteriormente lo scarto tra capienza reale e teorica;
- monitorare e sostenere il livello dell’indice di penetrazione (7,9%), in particolar modo nelle due città capoluogo (Potenza 16,9%, Matera 14,8%);
- contribuire alla ulteriore riduzione delle rette promuovendo una maggiore attenzione alla differenziazione delle rette per fasce di reddito, principalmente attraverso l’applicazione dell’ISEE;
- promuovere azioni che incidano sull’aumento dell’indice di saturazione, attualmente non particolarmente elevato (79,5%) e riducano l’elevato scarto tra l’indice di saturazione (79,5%) e l’indice di saturazione effettiva (59,5%). Quest’ultimo è, infatti, calcolato adoperando le presenze effettive medie nel corso dell’anno: sarebbe quindi possibile avere un 20% in più di posti nido disponibili lasciando inalterato la presente dotazione della rete di servizi solo attraverso una migliore razionalizzazione delle iscrizioni, ricorrendo laddove necessario a pratiche quali l’overbooking per il contenimento delle liste d’attesa. Lo scarto tra i due indici è molto elevato, pari a 28 punti percentuali per le strutture site in Provincia di Potenza;
- promuovere azioni che incidano sulla riduzione della domanda insoddisfatta, presente in molte aree della Regione (ad esempio a Matera, nel Bradano, nel Basso Sinni);
- elaborazione di una nuova legge regionale (già in fase conclusiva) che semplifichi le attuali norme e le superi. Una legge di settore “leggera” con le linee fondamentali del sistema dei servizi educativi, accompagnata da un atto amministrativo specifico e dettagliato che ne favorisca l’attuazione. La legge ha l’obiettivo di:
- - favorire l’attuazione del diritto alla cura e all'educazione fin dalla prima infanzia (0/3 anni);
- - definire il sistema educativo regionale, costituito dai servizi pubblici e privati;
- - individuare le competenze specifiche della Regione e degli enti locali;
- - pervenire ad una descrizione delle tipologie di servizio del sistema coerenti con il nomenclatore nazionale dei servizi sociali e socio-educativi;
- - promuovere la qualificazione del sistema dei servizi: coordinamento pedagogico, formazione di base e permanente, valorizzazione del lavoro di équipe, progettualità e documentazione educativa;
- - definire norme specifiche (requisiti strutturali e organizzativi) per ogni tipologia di servizio (i requisiti strutturali e organizzativi per l’autorizzazione al funzionamento, i requisiti aggiuntivi per l’accreditamento);
- - definire le procedure di autorizzazione al funzionamento e di accreditamento
- - favorire flussi informativi continuativi;
- - prevedere meccanismi di contenimento dei costi (rapporto numerico bambini-insegnanti in base alla età, overbooking...).
Questa prima esperienza ha evidenziato che il giacimento informativo prodotto da un Sistema Informativo Sociale Regionale di tipo DSS (
Decision Support System) è stato in grado di fornire risultati di grande utilità per la programmazione regionale e per il policy making a differenziati livelli di dettaglio politico-istituzionale.
*: Lucia Colicelli - Dirigente e responsabile del raggiungimento dei target finali al 2013 del II Obiettivo di Servizio
Giusi Vitacca - Referente Obiettivo Servizio Infanzia
Nicola Giammaria - Assistenza Tecnica PO FESR 2000-2006
Ufficio Gestione Terzo Settore, Enti non Profit e Concessione Benefici Economici
Adriano Abiusi - Dirigente
Ufficio Promozione Cittadinanza Solidale ed Economia Sociale, Sviluppo Servizi Sociali e Sociosanitari
Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Servizi alla Persone e alla Comunità
Regione Basilicata