L’
Osservatorio statistico sul Reddito di Inclusione fornisce le fondamentali informazioni statistiche sui nuclei familiari percettori di tale beneficio economico. Il
Reddito di inclusione (
ReI) è una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica del nucleo familiare. Dal 1° gennaio 2018 ha sostituito il SIA (Sostegno per l'inclusione attiva).
L'
INPS ha recentemente pubblicato un
Report dove vengono illustrati i dati riferiti al periodo
gennaio-dicembre 2018, basati sulle domande trasmesse all’Istituto dai comuni di residenza dei nuclei familiari richiedenti.
Nel corso dell’anno 2018 sono stati
462 mila i nuclei familiari a cui sono stati erogati i benefici economici, coinvolgendo
1,3 milioni di persone. La maggior parte, nelle regioni del Sud (68% dell’importo complessivo erogato e interessamento del 71% delle persone coinvolte). Rispetto alle
stime iniziali del Ministero effettuate nel 2017, è pertanto possibile stimare un
take-up complessivo del 92,4% per quanto riguarda i nuclei familiari potenziali beneficiari e del 72,2% rispetto alla platea stimata di persone potenzialmente coperte dal ReI.
Il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti, quindi il
tasso di inclusione del ReI, risulta pari a
220: raggiunge i valori più alti nelle regioni Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente 634, 603, 447) ed i valori minimi in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia (rispettivamente 28 e 37).
Per quanto riguarda la cittadinanza dei percettori, nell’
11% dei casi il percettore risulta essere
extracomunitario; al Nord tale incidenza sale al 29%.
Cumulativamente le regioni del Sud hanno un
valore medio del beneficio più alto di quelle del Nord per 51 euro (+20%) e di quelle del Centro per 34 euro (+12%)
Solo il
43% del contingente iniziale, pari a 82 mila nuclei familiari, ha percepito
12 mesi del beneficio. Si è assistito ad un elevato
turn over della popolazione beneficiaria e ad un incremento del numero di ingressi nei mesi successivi all’abrogazione dei requisiti familiari. Questo aspetto è piuttosto peculiare e andrebbe letto in relazione a quanto riportato frequentemente dagli operatori sociali impegnati nelle analisi preliminari e nelle equipe di valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo: benché non vi siano dati certi, è presumibile che gli impegni previsti nel patto di servizio (che con il RdC si chiamerà patto per il lavoro) siano incompatibili con lo svolgimento di un lavoro in nero, tale da portare alla mancanza di sottoscrizione dei progetti personalizzati e quindi di fatto all’uscita dalla fruizione del beneficio.
Le domande presentate nel periodo
luglio-dicembre 2018 risultano 179 mila: il 40% è attribuibile a nuclei senza il possesso dei requisiti precedentemente richiesti. Gli effetti di tale modifica normativa si osservano anche sulla distribuzione dei nuclei percettori per numero di componenti: la classe modale è quella con un solo componente (39% del totale), mentre in precedenza risultava esserlo quella con tre componenti.
Sono
243 mila i
nuclei con minori: questi rappresentano il 53% dei nuclei beneficiari e coprono il 71% delle persone interessate. La loro classe modale è quella con quattro componenti, rappresentate il 32% del totale.
I
nuclei con disabili sono
82 mila e rappresentano il 18% dei nuclei beneficiari, coprendo il 17% delle persone interessate. Questo aspetto è particolarmente rilevante, in quanto sottolinea come la necessità di attivare equipe di valutazione multidimensionale con la presenza di operatori dei servizi sociali e dei servizi per il lavoro ma anche dei servizi sanitari e socio-sanitari, sia in realtà tutt’altro che marginale. Questo dato, rappresentativo della fetta di popolazione in condizioni di maggiore povertà, è anche fondamentale nell’ottica del futuro Reddito di Cittadinanza, che esime i caregiver di famigliari disabili all’obbligo di immediata disponibilità lavorativa e all’assunzione di impegni nel patto per il lavoro e che alza in modo rilevante massimali dei requisiti relativi al patrimonio mobiliare (5.000 Euro) per ogni componente famigliare disabile.
Infine dai complessivi dati sui percettori, La classe famigliare più numerosa è quella con un solo componente, che rappresenta il 28% del totale.