Superando e lasciando alle spalle le barriere stereotipali che descrivono in maniera opaca l’anziano come una figura statica e indistinta, diviene centrale focalizzare l’attenzione sulle variegate e multiformi sfaccettature che caratterizzano l’essere e il divenire degli individui nel segmento terminale del propri corsi di vita. I rilievi empirici emersi in alcune recenti indagini portano alla luce un quadro nel quale affiorano con forza gli elementi di complessità e multidimensionalità dell’età anziana: se a partire dai primi anni Novanta la comunità scientifica e l’opinione pubblica in generale hanno iniziato correttamente ad occuparsi della cosiddetta “questione anziana”, bisogna oggi, con onestà intellettuale, prendere in esame le diverse “questioni anziane”. Non una, ma più popolazioni target, non una ma più dimensioni di analisi. Differenti sono le forze agenti ed ineguali le risposte e le reazioni: fenomeni di polarizzazione, deriva e marginalità si muovono, si generano e rigenerano plasticamente nel tempo e sono alla base di quei mutamenti e nuove criticità che l’analisi longitudinale dei dati empirici permette di portare alla luce.
Da un lato, l’emergenza della questione anziana sulla tenuta del sistema di welfare è resa di fatto meno urgente da una incidenza stabile delle persone in condizione di fabbisogno socio assistenziale e socio sanitario nonostante una crescita costante della popolazione anziana, frutto ciò di un consistente miglioramento negli ultimi anni delle condizioni di salute e di autonomia. Dall’altro lato, importanti studi hanno dimostrato che la variabilità della compromissione funzionale e cognitiva degli anziani aumenta all’aumentare dell’età.
Il workshop intende pertanto stimolare la riflessione sulla necessità che le politiche per la non autosufficienza adottino un approccio di differenziazione degli interventi rivolti agli anziani, in quanto, con un ulteriore allungamento della speranza di vita, sempre più differenziati saranno i bisogni della popolazione anziana.
Interrogarsi sull’anziano del futuro, significa anche chiedesi come muteranno gli equilibri sociali nei rapporti generazionali dei prossimi vent’anni, tenuto conto che la coorte dei baby boomers si sta ormai affacciando all’età anziana. Così come, trattandosi di una nuova generazione di anziani molto più alfabetizzata alle ICT, è opportuno riflettere anche sull’orientamento e sull’impatto dello sviluppo tecnologico per questo target di popolazione che permane comunque delicato. È infatti ormai assodato che nella cura alle persone anziane giocano un ruolo determinante e imprescindibile gli aspetti relazionali, in particolare nel modello mediterraneo, dove il care giving è incapsulato nei legami di sangue genitore-figlio o al più badante, e che raramente esce dalla cerchia parentale ristretta. Questa consapevolezza inizia ad affiorare nei recenti programmi di ricerca e sviluppo comunitari, con l’ormai evidente tendenza di spostare la ricerca tecnologica dal campo della domotica nuda e cruda verso soluzioni che facilitino il superamento dell’isolamento sociale e spaziale dell’individuo anziano non autosufficiente, ovvero che facilitino la strutturazione e il rafforzamento del suo capitale sociale, nonché la prevenzione e la riabilitazione psico-fisica.
Workshop curato da Synergia e Progetti di Impresa
Forum Non Autosufficienza 2012
Giovedì 15 Novembre