L’articolo presenta i sub-investimenti all’interno dell’investimento 1.1 che si inseriscono nella Missione 5 componente 2 “Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’investimento si compone di quattro linee di attività che puntano ad un cambiamento nei modelli di cura per le famiglie, i minori e gli anziani nella loro dimensione individuale, sociale e familiare. Lo scopo è quello di indirizzare i beneficiari verso il recupero della massima autonomia di vita, attraverso interventi personalizzati e soprattutto utilizzando i servizi sociali territoriali come strumento attuativo. Le seguenti linee di intervento sono interdipendenti e complementari tra loro.
La prima linea di attività riguarda il
sostegno alle capacità genitoriali e prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini. I progetti si suddivideranno in tre filoni principali: quelli dedicati agli interventi per i
bambini e le loro famiglie in condizione di vulnerabilità; quelli incentrati sull’
affidamento familiare; quelli per l’
accoglienza nei servizi residenziali per i minorenni. Gli interventi hanno lo scopo di rafforzare i servizi di assistenza sociale per sostenere le famiglie in condizione di fragilità attraverso progetti individualizzati, estendendo a livello nazionale le progettualità già in corso, con il coinvolgimento di circa 400 Ambiti, per arrivare alla definizione di un
LEPS. I progetti saranno finanziati nella durata di tre anni, con un costo unitario complessivo di 211.500 Euro. Verranno coinvolti 400 ATS e 4000 persone per un totale di 84,6 milioni di Euro. Il piano di attività sarà allegato al bando e prevede attività omogenee sia per gli ambiti finanziati sul PNRR sia per gli ambiti finanziati sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS). La partecipazione al FNPS potrebbe non precludere la partecipazione al bando PNRR laddove a livello regionale siano stati coperti tutti gli ambiti e restino delle progettualità non assegnate. In generale le progettualità presentate all’interno del sub-investimento devono essere in linea con le linee di indirizzo sulla genitorialità vulnerabile e potranno essere presentate anche dagli enti che già partecipano al
programma PIPPI.
La seconda linea riguarda gli anziani non autosufficienti: attraverso investimenti in infrastrutture, si vuole evitare l’istituzionalizzazione dei beneficiari. Gli investimenti riguarderanno nuove strutture alloggiative, dotazioni strumentali innovative e servizi annessi, per un accompagnamento verso la fruizione dei servizi sociosanitari presso il domicilio del paziente. I progetti inseriti nella linea di investimenti fanno a capo alla Missione 5 e alla Missione 6 “Salute”. Sarà compito degli Ambiti Sociali Territoriali promuovere l’assistenza dei pazienti attraverso progetti diffusi attraverso la creazione di reti e gruppi di appartamenti, assicurandone i servizi necessari all’autonomia del beneficiario. Allo stesso modo, nel perseguimento dell’autonomia dei beneficiari, gli ATS potranno riqualificare le strutture residenziali pubbliche in gruppi di appartamenti autonomi. Vengono considerati come interventi di natura infrastrutturale quelli riguardanti la domotica, la telemedicina e il monitoraggio a distanza, necessari ad aumentare l’efficacia dell’intervento. I progetti saranno finanziati nella durata di tre anni, con un costo unitario complessivo di 2.460.000 Euro. Verranno coinvolti 125 ATS e 12500 persone per un totale di 307,5 milioni di Euro. In via generale, possono essere riqualificate strutture gestite dagli Ambiti Territoriali o da altri Enti, anche privati.
Il terzo intervento riguarda il
rafforzamento dei servizi sociali a sostegno della domiciliarità, il quale ha lo scopo di diffondere l’utilizzo e rafforzare l’istituto delle
dimissioni protette e a prevenire il ricovero in ospedale. La realizzazione della linea si baserà sulle indicazioni del Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali (cap. 2,
scheda LEPS 2,7,3). Anche in questo caso, i progetti saranno finanziati nella durata di tre anni, con un costo unitario complessivo di 330.000 Euro. Verranno coinvolti 200 ATS e 25000 persone, per un totale di 66 milioni di Euro.
Il quarto intervento è volto al
rafforzamento dei servizi sociali e alla prevenzione del fenomeno del burn out tra gli operatori sociali. I progetti seguiranno le indicazioni contenute nel Piano Nazionale (cap 2,
scheda LEPS 2,7,2). In questo senso, verranno implementati progetti per il sostegno e la
supervisione degli operatori sociali per un miglioramento della loro professionalità al fine di garantire standard elevati nella qualità dei servizi offerti. I progetti saranno finanziati nella durata di tre anni, con un costo unitario complessivo di 210.000 Euro. Verranno coinvolti 200 ATS e 3500 persone per un totale di 42 milioni di Euro.
I progetti potranno essere attivati nel secondo trimestre di giugno 2022 e dovranno essere completati entro il primo trimestre del 2026.
Le linee di intervento 1.1.1 e 1.1.2 contengono una componente di investimenti relativa alle infrastrutture. A tal proposito è importante specificare che la documentazione tecnica per i progetti che prevedono la ristrutturazione di immobili dovrà essere allegata alla scheda di progetto. È previsto che la documentazione sia corredata di allegati, tra i quali una descrizione della proposta di intervento architettonico/strutturale/impiantistico, una scheda di analisi ambientale (in ossequio al principio generale DNSH, ovvero "non arrecare danno significativo all’ambiente”), foto aeree dell’area e mappa catastale georeferenziata, planimetria generale, verifica di vulnerabilità sismica, computo metrico estimativo, ecc.
Il
Piano Operativo prevede che durante l’attuazione degli interventi 1.1.1 e 1.1.2 gli Ambiti Territoriali possano costruire o ristrutturare immobili esistenti (
pubblici o privati) e mettere a punto interventi di rigenerazione di edifici già esistenti, siano questi di proprietà degli Ambiti stessi, dei Comuni, di privati o, in alternativa, beni immobiliari confiscati alle organizzazioni criminali. Infine, il Piano prevede, in aggiunta a quelli già citatati, interventi di rigenerazione che apportino delle ricadute positive sulla
riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili.