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· 'come si fa a dare un giudizio non positivo, quando negli anni precedenti al collaboratore è sempre stato attribuito - indipendentemente dal fatto che ciò rispondesse a verità - un giudizio positivo?'
· 'è difficile andare a spiegare che oggi non si largheggia più con le valutazioni'
· 'se si va a chiedere ad un collaboratore l'impegno a migliorare una prestazione insufficiente, è possibile che si demotivi ancora di più, quindi forse conviene lasciare le cose come stanno'
· 'esiste un conflitto tra l'esigenza dell'azienda di avere informazioni attendibili sulla prestazioni e la necessità del Capo di assicurarsi il costante contributo del proprio collaboratore'
Il grado di diffusione della discutibile usanza di largheggiare oltremodo nelle valutazioni richiede dunque di attuare una profonda riforma, riforma che tuttavia sembra trovare proprio tra gli stessi Capi - a tutti i livelli - una nutrita schiera di più o meno espliciti oppositori.
Se, da un lato, non dovrebbero sussistere incertezze circa il fatto che non si debba colludere con il gioco sotteso a certe affermazioni - gioco che finirebbe per lasciare isolati quei Capi che invece ritengono che 'l' 'ottimo' dato a tutti corra il rischio di minare la motivazione dei migliori, senza peraltro riuscire ad accrescere l'impegno dei peggiori' -, parallelamente, dall'altro lato, non dovrebbero sussistere dubbi circa il fatto che tali affermazioni vadano lette anche come espressione di comprensibili e non del tutto irragionevoli timori, e che coloro che li esprimono debbano essere aiutati a superarli, attraverso opportune azioni di formazione e, parallelamente, di responsabilizzazione.
Alla luce delle considerazioni esposte, si può altresì affermare che l'introduzione di una utile ed equa 'cultura valutativa' - condizione indispensabile per poter gestire il merito sulla scorta dell'effettivo contributo dei singoli - comporta che le organizzazioni di lavoro abbiano la consapevolezza che:
· le probabilità di successo di un sistema valutativo hanno come indispensabile prerequisito un forte, continuativo coinvolgimento del vertice aziendale, altrimenti il processo di cambiamento culturale finisce progressivamente per decadere
· la credibilità di un sistema valutativo dipende, oltre che dal grado di impegno dei livelli organizzativi più elevati, anche dalla qualità e dalla rapidità dei segnali di ritorno: valutati e valutatori hanno infatti bisogno di vederne le conseguenze pratiche, in termini di gestione del merito e - in combinazione con la valutazione del potenziale - di sviluppo delle carriere
· l'attendibilità di un sistema valutativo è anche l'unica praticabile arma per riuscire ad arginare le profezie degli scettici e, contemporaneamente, il più importante fattore di sostegno per chi a tale processo intende dare un serio, professionale contributo
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