La Legge 22 dicembre 2021, n. 227, delega il Governo al riassetto delle disposizioni vigenti relativamente al tema “disabilità”.
Rappresenta l’attuazione della riforma 1.1 prevista dalla Missione 5 “Inclusione e Coesione” Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore” del PNRR.
Essa ha una portata riformista: prevede, in linea con la Convenzione Onu, la definizione di un nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità che si baserà sulla valutazione multidisciplinare della persona al fine di elaborare progetti di vita personalizzati e partecipati che consentano alla stessa il pieno godimento dei diritti civili e sociali.
La legge delega riguarda sei macro ambiti (per ognuno di essi vi sono innumerevoli aspetti che devono essere declinati dettagliatamente attraverso i previsti decreti attuativi):
- definizione della condizione di disabilità – revisione, riordino e semplificazione della normativa di settore;
- accertamento della condizione di disabilità e revisione dei processi valutativi di base;
- valutazione multidimensionale della disabilità e realizzazione del progetto di vita;
- informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione;
- riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità;
- istituzione di un “Garante nazionale delle disabilità”.
Relativamente alla sua attuazione, in data 1° maggio 2023 il Consiglio dei Ministri, su proposta della Ministra per la disabilità Alessandra Locatelli, ha approvato in via preliminare il primo decreto legislativo che introduce norme relative alla “riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità”, in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettera e) della Legge 22 dicembre 2021, n.227.
Inoltre, tale decreto affronta il tema dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità nel pubblico impiego.
Le disposizioni, difatti, mirano a:
- uniformità, sul territorio nazionale, della tutela dei lavoratori con disabilità, garantendo a essi lo svolgimento del proprio lavoro in autonomia, con la piena fruibilità di spazi fisici, tecnologie e postazioni lavorative;
- accessibilità universale ai servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni ai fini di una piena inclusione.
Il decreto prevede che i sopracitati obiettivi entrino a far parte del sistema di valutazione dei risultati anche in relazione alla responsabilità dei dirigenti.
Nei casi di mancata attuazione o violazione degli obblighi previsti o dei livelli essenziali per l’inclusione sociale e l’accessibilità delle persone con disabilità, viene esteso il campo di applicazione dell’azione collettiva nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
È prevista l’introduzione di una figura specifica e qualificata nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, che si occuperà della programmazione strategica della piena accessibilità fisica e tecnologica di esse, individuando modalità e azioni dirette per realizzarla e proponendo tali attività come obiettivi programmatici e strategici della performance dell’amministrazione.
Tra le misure approvate dal Consiglio dei Ministri, inoltre, due proposte per il sostegno al terzo settore:
- un contributo alle imprese sociali provviste di apposite figure professionali che accompagnano la persona con disabilità nel percorso di inserimento lavorativo e che si impegnano nel patto di servizio personalizzato. Il contributo sarà compatibile con il rimborso parziale già riconosciuto ai datori di lavoro delle spese per il “disability manager”;
- un contributo di 7 milioni di euro in favore degli enti del terzo settore e delle onlus che hanno assunto o assumeranno, con contratto a tempo indeterminato, persone con disabilità tra i 18 e i 35 anni nel periodo che intercorre tra il 1° agosto 2022 e il 31 dicembre 2023.
Per approfondimenti: