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Reddito di Cittadinanza e Progetti Utili alla Collettività: un’analisi territoriale

Di Giulia Fabris - Università Cattolica del Sacro Cuore
Ogni qual volta un beneficiario di Reddito di Cittadinanza (RdC) rientra nelle categorie tenute agli obblighi previsti dalla normativa deve, oltre a sottoscrivere un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale, offrire la propria disponibilità nello svolgimento delle attività nell’ambito di Progetti Utili alla Collettività (PUC). I PUC sono a titolarità dei Comuni che sono responsabili dell'approvazione, attuazione, coordinamento e monitoraggio dei progetti posti in essere. 
 
Diviene così interessante studiare l’attivazione degli Enti locali in materia di PUC secondo una prospettiva di distribuzione geografica. Da un’analisi del dataset formato dai dati disponibili sulla piattaforma GePI alla data del 25 Aprile 2021, è possibile indagare la quantità di comuni che hanno attivato i PUC ed evidenziare la presenza di eventuali differenze a livello territoriale.
 
In Italia sono stati attivati solo 7140 PUC, con 2064 comuni che hanno attivato almeno un PUC su un totale complessivo di 7916 comuni. 
Guardando ad un’analisi per zona; il sud d’Italia fa registrare il maggior numero di comuni con almeno un PUC attivo – 758 – su 1783 comuni, attivando nel complesso 2979 PUC, richiedendo la disponibilità di 39971 beneficiari di RdC.
Al secondo posto si trova il nord ovest, con 638 comuni con almeno un PUC attivo su 2996 comuni, mettendo a disposizione 1668 PUC, per cui sono stati richiesti 8829 beneficiari di RdC.
All’ultimo posto di questa classifica si trova il nord est, dove solo 151 comuni hanno attivato almeno un PUC su un totale di 1399 comuni. Mettendo a disposizione solo 536 PUC.
Per quanto riguarda il centro Italia, sono stati attivati 1270 PUC, che corrispondono alla richiesta di 13533 beneficiari. In questo caso, ci sono 306 comuni con almeno un PUC attivo su un totale complessivo di 971 comuni.
Infine, le isole: considerando il numero complessivo di 767 comuni, 211 di questi hanno attivato almeno un PUC, mettendo a disposizione 750 PUC, corrispondenti a 10976 beneficiari di RdC richiesti.
 
Approfondendo l’analisi da un punto di vista regionale; la più virtuosa è la Lombardia, che conta 407 comuni con almeno un PUC attivo, rendendone disponibili nel complesso 1163, corrispondenti a 6261 beneficiari richiesti.
Al contrario, per numero di beneficiari richiesti, le due regioni più virtuose sono Campania e Puglia, con il coinvolgimento rispettivamente di 10895 e 16387 beneficiari, con 731 e 1160 PUC attivi.
Esistono, infine, regioni che non hanno attivato neanche un PUC come la Valle d’Aosta e le provincie Autonome di Trento e Bolzano.
 
In conclusione, è importante una prima considerazione trasversale: è evidente come in Italia il numero di PUC attivi sia esiguo, sia rispetto al numero di comuni coinvolti, che di precettori di RdC coinvolti nei vari progetti. Infatti, solo il 26% degli Enti locali si è attivato nell’implementazione di almeno un Progetto, e i posti totali disponibili sono appena 76.897 a fronte delle 2.649.356 persone coinvolte nella misura (al lordo, è bene precisare, degli esclusi e degli esonerati dagli obblighi). 
Per quanto riguarda le differenze territoriali, i dati sono interessanti. 
La zona d’Italia con un maggior numero di PUC attivi è il sud, a cui contribuiscono sicuramente Puglia e Campania.
Per il numero di comuni coinvolti, il nord d’Italia è al secondo posto, ma per numero di beneficiari richiesti viene superato sia dal centro che dal sud, nonostante sia caratterizzato da una popolazione decisamente maggiore.
Infine, il nord est è la zona di Italia con la performance peggiore, considerando anche che le Provincie Autonome di Trento e Bolzano non hanno attivato nessun PUC.

(Fonte immagine: https://www.comune.maranello.mo.it/news/progetti-utili-alla-collettivita-bando-per-il-terzo-settore)

 

 

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