Con la comunicazione del 26 settembre, da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato definitivamente istituito il Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza. Il decreto istitutivo, contenuto nell’articolo 6, comma 1, del decreto legge n. 4 del 2019, favorisce l’operabilità della Piattaforma per la Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale (GePI).
La Piattaforma GePI, secondo le indicazioni del decreto, sarà articolata in tre sezioni indicanti altrettante funzionalità (Attivazione e gestione dei Patti per l’inclusione Sociale, la verifica delle anagrafiche dei beneficiari, l’attuazione dei Progetti Utili alla Collettività).
Le esplorazioni preliminari della piattaforma GePI che sono state condotte da alcuni Ambiti territoriali dopo il decreto, confermano le comunicazioni del Ministero in quanto la parte relativa alle sezioni dedicate ai Patti per l’Inclusione e ai controlli anagrafici sono già a disposizione degli operatori, mentre la parte relativa ai Progetti Utili alla Collettività (PUC) è ancora in fase di elaborazione. In realtà però anche sui primi due aspetti, in particolare per quanto attiene i controlli anagrafici, la piattaforma è ancora lontana dalla piena funzionalità per i casi d’uso previsti.
Per Ambiti territoriali che non lo avessero già fatto, vista la grossa fetta di amministrazioni ancora inadempiente, il Ministero ribadisce l’urgenza di procedere all’accreditamento degli operatori alla Piattaforma secondo le modalità riportate nella nota 7250 dell’8 agosto 2019, indicante il preciso sistema di ruoli, funzioni e obblighi in grado di rendere operativa a pieno regime la misura.
La nota del Ministero, inoltre, indica come la sottoscrizione per il trattamento dei dati anagrafici, già prevista per i Comuni, debba essere sottoscritta anche dagli Ambiti Territoriali, quindi non solo dagli Enti comunali di composizione dell’Ambito. Peccato che la piattaforma non sia ancora stata aggiornata rispetto a questa funzione e quindi non risulta ancora possibile, da parte dell’Ambito, sottoscrivere la convenzione.
Un paradosso ulteriore viene generato dalla stessa comunicazione ministeriale, in quanto la nota del MLPS è datata 21 ottobre e supera ampiamente i 90 giorni, a partire dall’Accordo del 4 luglio, per la scadenza dei controlli anagrafici. La comunicazione, d'altronde, comprendendo il problema di tempistiche dovuto ai ritardi a livello centrale, lascia intendere che non è necessario allarmarsi circa il superamento dei termini fissati, ma invita le amministrazioni a mettersi in regola con gli adempimenti in modo tale da partire il prima possibile con l’utilizzo delle sezioni della piattaforma.
Inoltre, preme ricordare che le tempistiche relative l’analisi preliminare sono di 30 giorni dalla presentazione della domanda, quelle circa la presentazione del progetto di inclusione sono di 20 giorni lavorativi, mentre i controlli anagrafici devono essere effettuati entro 30 giorni, come da accordo sancito in Conferenza Stato – Città ed Autonomie del 4 luglio.
In sostanza, le amministrazioni locali non hanno niente di cui preoccuparsi, in quanto i trend relativi ai beneficiari della misura sono in via di stabilizzazione e, quindi, non ci sarà un sovraccarico ulteriore di lavoro se non inerente le richieste accettate già pervenute ai Comuni, per le quali le pretese di rispetto della tempistiche diverranno però sempre più pressanti. Su tutto aleggia sempre lo spettro della responsabilità erariale del funzionario inadempiente per le percezioni del reddito di cittadinanza che potrebbero configurarsi come indebite (ad esempio per la mancata sottoscrizione del Patto per l’Inclusione da parte della famiglia entro i termini stabiliti).
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