[Mutamento Sociale n.37 - Febbraio 2013]
Sotto la pressione della crisi economica mondiale, il processo di erosione e delegittimazione del welfare ha subito un'accelerazione fatale che tende a scardinare una delle più importanti conquiste istituzionali dei sistemi sociali e politici dal dopoguerra ad oggi.
L'ipoteca sul welfare, accesa da politiche rigoriste sulle quali incombono colossali speculazioni finanziarie, rischia di rovesciare un caposaldo delle democrazie occidentali, che ha assicurato l'equilibrio e la coesione, la crescita economica e lo sviluppo dei diritti di cittadinanza. Questo è il rischio. Anzi la sfida: dimostrare la vitalità del welfare come progetto generatore di opportunità e non come vulnus endemico dei sistemi sociali.
Assumendo una diversa prospettiva, i contributi raccolti in queste pagine propongono una visione produttiva del sistema di tutela dei diritti civili e sociali che chiamiamo Stato Sociale. Non certo in termini di difesa autoreferenziale o per mera contrapposizione di principio rispetto alle ricette di messa in liquidazione a buon mercato.
Le riflessioni proposte accompagnano nell'esplorazione del modello attuale, con una forte matrice regionale, che, nonostante i suoi limiti e malgrado l'endemica esiguità delle risorse disponibili, sviluppa un complesso di interventi, progetti, piani e programmi di lavoro con ricadute positive dirette su una quota significativa della popolazione italiana. E con effetti positivi indiretti sull'intero sistema-Paese. Il Servizio Sociale vive dentro queste dinamiche con una progettualità attiva e con la consapevolezza che il welfare del Terzo Millennio costituisce un diritto fondamentale e non un mero costo per le nostre comunità.
Giuseppe De Robertis e Antonio Nappi (a cura di), Welfare come diritto. Scenari e sfide del Servizio Sociale Professionale, Edizioni La Meridiana, Molfetta, 2012